Come sempre senza peli sulla lingua, l'allenatore del Cagliari Zdenek Zeman si confessa ai microfoni del Guerin Sportivo. Tra mercato, presidenza federale ("Per me era Abodi l'uomo giusto, ha idee e voglia di migliorare"), e visione generale del calcio italiano con appunto a Cesare Prandelli ("Non è stato coerente, aveva firmato il rinnovo e poi è andato via. Brutta figura"), il tecnico boemo torna inevitabilmente sulla questione Calciopoli e sul suo rapporto pieno di frizioni con la Juventus. Zeman tiene a precisare: "Io non ce l'ho mai avuta con loro. Sono nato tifoso juventino, di notte dormivo con la loro maglia perché sono cresciuto a Torino accanto a mio Cestmir Vycpalek. Io ce l'avevo con alcune persone dentro la Juventus, gente che avrebbe potuto lavorare in un'altra squadra e io avrei potuto dire le stesse cose. Allenare la Juve? Certo che l'avrei fatto". Chiaro riferimento a Luciano Moggi e Antonio Giraudo, ormai però fuori dal sistema: "Ma se era un sistema non potevano essere solo tre persone. Dopo Calciopoli si poteva ripartire cercando di migliorare questo mondo, invece sono rimaste sempre le stesse persone", obietta Zeman. 

Zeman non ha rimpianti per le tante denunce al sistema corrotto: "Stavo cercando di aiutare il calcio che è la mia vita. Quando ho detto quelle cose capivo le ripercussioni, ma volevo che fosse posta attenzione. Purtroppo ho avuto problemi anche nella sfera privata". E problemi continua ad averne ogni qualvolta affronta i bianconeri a Torino, coi tifosi: "Ogni volta che vado lì è un caos, tirano sempre fuori mia madre. L'ho detto anche al delegato Lega: 'Ma tu stai sentendo? Scrivi?', gli dicevo. No, non scrivono mai. Le curve si chiudono per i cori contro i neri, non contro i bianchi".  

Sezione: News / Data: Sab 16 agosto 2014 alle 14:39
Autore: Christian Liotta
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