"Il comunicato della Lega Calcio non ci è piaciuto, sembrava uno spot. Ma questo non è il momento delle polemiche, è quello del buon senso, il momento della solidarietà e delle riforme". Lo dice il vicepresidente dell’Associazione italiana calciatori (Aic), Umberto Calcagno, intervistato da Il Secolo XIX sulla delicata questione del taglio di stipendi dopo i recenti botta e risposta con la Lega Serie A: "Nessuno si è mai detto contrario, tutti hanno dato la loro disponibilità. E infatti in questi giorni sono in corso colloqui con i dirigenti per trovare accordi. I giocatori sanno di dover fare la propria parte. Per questo il comunicato della Lega era fuori luogo, non ha alcun valore giuridico. Sembra più che altro uno spot. Ha ragione Messi: tocca ai presidenti tutelare i giocatori, tanto più che, ripeto, nessuno si è tirato indietro. E poi non è certo l’ unico problema del calcio”.

“Questa crisi - continua il numero due dell'Aic - può darci l’ occasione per avviare quelle riforme di cui da tanti anni si parla e che non sono mai state fatte. A cominciare dalla sperequazione di risorse per ciascun club, quello italiano è il campionato dove maggiore è la differenza di risorse distribuite tra club. E poi c’è l’ aspetto solidaristico. In Inghilterra, ad esempio, hanno pronti 125 milioni di sterline per la loro terza serie. La Juve si è mossa per prima e ha dato un segnale ma stiamo parlando di uno dei maggiori club italiani e non può essere considerato un modello per tutti. Ogni club sta trattando con i propri calciatori, ogni club avrà una propria ricetta. E anche all’interno di ogni società ci saranno casi affrontati in maniera diversa: ci sono i giocatori che hanno contratti pluriennali, ci sono quelli che sono in scadenza, ci sono i prestiti. Insomma, ci saranno soluzioni diverse e ognuno sceglierà quella più opportuna”.

Sezione: News / Data: Ven 10 aprile 2020 alle 14:19 / Fonte: Calcioefinanza.it
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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