Nicola Berti si confessa oggi al Corriere della Sera nel giorno del raduno dell'Inter. "I ritiri? Io li adoravo - dice - Erano giorni irripetibili. Meravigliosi. Mica come i ritiri di oggi. Che tristezza! Chiusi dentro i centri sportivi. Noi giravamo per le strade e le piazze di questi paesini di montagna dove ci avevano portato. Con i tifosi intorno. Ci regalavano calore, senza invadenza. Noi giocatori non eravamo divi inaccessibili. E questo contatto umano ci dava forza. Un posto del cuore? A Cavalese in Trentino".

Berti racconta che nell'anno dello scudetto dei record si capiva già cosa sarebbe potuto accadere. Bianchi, Diaz, Matthäus, Brehme e lo stesso Berti erano i volti nuovi: "Non ci voleva un genio per capire che avremmo fatto mirabilie. Già dal ritiro si respirava aria di scudetto", dice l'ex centrocampista, che nel corso della chiacchierata loda in particolare due allenatori. "Trapattoni il migliore in assoluto. Nessuno come lui. Con lui si era creato un rapporto speciale. E poi un altro voglio ricordare in questi giorni: Luisito Suárez. Prese la squadra per traghettarla a fine campionato dopo una stagione difficile. Un maestro. E un grande interista".

Solitamente ottimista, Berti vede bene anche la stagione agli albori. "Thuram ci farà sognare. Siamo pronti per conquistare la seconda stella! E la Champions? Mai mettere limiti".

Sezione: Focus / Data: Gio 13 luglio 2023 alle 10:52
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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