Quattro titoli in due anni con il Chivas di Guadalajara in Messico e così Matias Almeyda si è imposto come tecnico anche fuori dai confini nazionali. "In panchina vivo il calcio allo stesso modo di quando giocavo, con determinazione e voglia di vincere - racconta alla Gazzetta dello Sport -. Obiettivi di carriera? Qui sono felice, vivo l'oggi, poi se si presenteranno delle occasioni le valuterò. Sarei pronto a cambiare per alzare il livello della carriera".

Con l'Europa nel mirino.
"Difficile arrivarci, ma sono ambizioso e punto a replicare quanto fatto da calciatore. L'Italia è il mio sogno, ma credo ci sia ancora da attendere. Non dipende solo da me, spetterà ad altri valutare il mio lavoro".

Negli ultimi anni non ha fallito.
"Tra River, Banfield e chivas 6 titoli in 5 anni. E all'inizio qui mi chiedevano la salvezza...".

Le piace la Serie A attuale?
"Sta crescendo molto, il livello non è così distante rispetto ai miei anni. Il Napoli ormai è una certezza, la Juve ha raggiunto da anni un equilibrio vincente, la Roma ha un grande potenziale, l'Inter sta tornando e aspetto il Milan. Ma attenzione alla Lazio del mio amico Inzaghi: gioca benissimo e può essere la grande rivelazione".

In Italia tanti argentini top: c'è chi non ha spazio in Seleccion...
"Di recente il nostro calcio è stato gestito male. E le qualificazioni mondiali lo confermano, avremmo dovuto andare in Russia in scioltezza. Non c'è un'identità chiara come nelle altre nazionali. Assurdo per chi ha Messi, Dybala, Icardi, Higuain, Agüero e Di Maria: più di 150 gol in totale a stagione! E nelle eliminatorie hanno fatto una fatica incredibile a segnare. Vedo tanta confusione. Spagna, Germania, Brasile e Italia hanno uno stile ben preciso".  

Rammarichi per il passato?
"In campo avrei potuto fare di più, ma zero rimpianti: la mia carriera non è stata così male".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 24 ottobre 2017 alle 11:53 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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