Ce le ricordiamo, no, le manette di Mourinho mostrate a Tagliavento durante Inter-Sampdoria del 20 febbraio 2010? Si, ce le ricordiamo e, giusto o sbagliato che fosse, diventarono un po' l'emblema di quella meravigliosa stagione, tanto che a Siena, a scudetto appena conquistato, anche Moratti andò sotto la Curva nerazzurra mostrando i polsi incrociati. Dopo tre anni, ci pensa Walter Mazzarri a lanciare il guanto di sfida all'arbitro di turno. Niente manette domenica sera all'Olimpico di Torino, ma protesta plateale da parte del tecnico di San Vincenzo, con la diserzione del confronto post partita con i media. Davanti a microfoni e taccuini, il direttore dell'area tecnica nerazzurra Marco Branca, che ha fatto comunque notare come la cosa non fosse una primizia.

Già successe, e proprio ai tempi di José Mourinho. Nonostante il portoghese e Mazzarri non siano mai stati grandi amici, anzi, iniziano a prendere consistenza le similitudini caratteriali e strategiche tra i due. Parliamoci chiaro, a Torino non è successo nulla di scandaloso, il rigore su Cerci c'era e la regola demenziale ha condannato Handanovic all'espulsione.  E allora? Allora Marco Branca, probabilmente in sintonia con l'allenatore, ha giustificato la presa di posizione con la mancanza di uniformità di giudizio da parte degli arbitri. Traduzione: non si contesta la decisione del signor Doveri, ma il fatto che qualcun'altro l'avrebbe passata liscia. Branca si è poi preoccupato di sottolineare come la puntualizzazione fosse da inserire in un'analisi generale e non solo per le gare dei nerazzurri, ma intanto se ne è fatta carico l'Inter e Mazzarri ha scelto il silenzio che fa più rumore di mille parole.

Rumore, il rumore dei nemici, altro concetto caro al popolo Bauscia. Quest'Inter ha dei pregi senza i quali una squadra in 10 per 86 minuti non rischia di vincere dopo essere stata due volte in svantaggio, ma anche molti difetti: a Trieste con il Cagliari e domenica a Torino sono stati buttati quattro punti che avrebbero posizionato la Beneamata a fianco di Juve e Napoli. Ma ora il calendario offre la possibilità di accelerare, anche se già sabato arriva al Meazza il sorprendente Verona che guarda dall'alto. Per tentare di compiere un deciso scatto in avanti, a mio avviso Mazzarri ha pensato, nel finale di gara di Torino, di iniziare a creare un clima simile a quello di tre anni fa. L'Inter sola contro tutti, giocatori che scendono in campo con più motivazioni, solleticati dal presunto timore dei nemici, appunto. 

Sia chiaro, il tecnico dell'Inter pensa sopratutto al campo, l'inserimento di Belfodil per Taider sul 2-2 in inferiorità numerica, è da applausi, ma nel cosiddetto calcio moderno conta anche e molto, l'aspetto motivazionale. E allora ecco la mossa di domenica sera che farà discutere per tutta la settimana e magari caricherà la squadra a pallettoni. Intanto ha trovato sponda nelle parole del giorno dopo del Presidente (Moratti). Walter Mazzarri si è tolto nuovamente la giacca e forse non la rimetterà più.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 ottobre 2013 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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