E' venuto anche il nostro momento. Ricominciamo da dove avevamo finito, dal Palermo. L'Inter è cambiata non poco: l'era Leonardo è finita, ci sono stati numerosi rinforzi così come qualche addio inatteso. Insomma, nessuno avrebbe mai potuto prevedere di ritrovarci all'11 settembre al via con la squadra che ora ha in mano Gian Piero Gasperini. Eppure, da allora qualcosa è rimasto intatto e sempre lo rimarrà intorno all'Inter, ovvero le polemiche. Se n'è accorto anche il tecnico di Grugliasco, uno proveniente dalla Juventus che forse non era abituato a cotanto rumore intorno alla sua squadra. Siamo passati da Sneijder a Facchetti, da Eto'o al caso Forlán, dalla difesa a tre fino al ricorso al Tnas di Andrea Agnelli. Un'epopea di accuse, dubbi, problemi (presunti), discussioni. Oggi finalmente a parlare sarà il campo e non si potrà più criticare avendo come base il nulla.

Quando Gasperini dice che bisogna prima vedere come funziona la squadra in campo dopo un periodo di rodaggio e successivamente esporre le proprie considerazioni sul modulo, sulla difesa e su tutto il resto, ha assolutamente ragione. Non più tardi di due settimane fa il Barcellona di Guardiola che è ormai sulla bocca di tutti ha sconfitto 5-0 il Villarreal giocando con una difesa a tre dove agivano due centrocampisti (!), ovvero Busquets e Mascherano. Nessuno ha detto una parola, anzi tutti ancora ad applaudire la macchina perfetta della Masìa che ricordava quella di Cruyff. E in base a cosa i molti che stanno criticando il modulo gasperiniano avanzano le loro considerazioni? L'unica partita ufficiale l'Inter finora la ha giocata a inizio agosto contro il Milan, in Supercoppa, con una valanga di assenti per via della Copa America. Gasperini ha dovuto lavorare con due gruppi di lavoro diversi, quello di Pinzolo e quello degli aggregati, poi nuovamente scomposto per le Nazionali. E ora, gli acciaccati e gli affaticati. Un'odissea che sembra non trascendentale, ma che per un allenatore che sta portando una nuova mentalità è qualcosa in più di un semplice problema.

Da oggi sarà il campo a parlare. Inizierà un tour de force dove la famosa difesa a tre potrà essere provata in più occasioni, rodata e solo a quel punto valutata. Ma perché non dare fiducia all'allenatore? La società ha creduto in Gasperini e lo ha preso consapevole della sua idea tattica che poi non è fossilizzata sul 3-4-3. Mettiamo le cose in chiaro: qui nessuno impazzisce per questo modulo visto che è uno dei tanti a disposizione di un allenatore, ma stroncarlo in partenza per partito preso è un errore grave che delegittima il tecnico. Gasperini ha bisogno di fiducia e in questo momento ha l'appoggio totale dei giocatori e della società, è necessario che anche i tifosi e i fattori esterni (dicasi media) si schierino dalla sua parte. Poi sia chiaro, a fornire il giudizio definitivo saranno i risultati: qualora dovessero arrivare, tanto di cappello a Gasperini e a chi sta credendo in lui, altrimenti a quel punto si rivedrà qualcosa tatticamente. D'altronde, qui criticammo un certo José Mourinho dopo i primi mesi di 4-3-3, non ci faremo problemi a evidenziare eventuali errori anche nel modulo di Gasperini, ma solo dopo che sarà messo in pratica. Perché pensare male in partenza?

Insomma, da oggi a contare finalmente sono soltanto i novanta minuti sul terreno di gioco. E' lì che dovremo iniziare subito a vincere, già a Palermo, per ingranare al meglio. E perché bisogna pensare a vincere sul campo, non sui giornali. A tal proposito, ancora una volta mediaticamente impeccabile l'operazione della Juventus, che ieri sembrava avesse riconquistato ancora una volta lo scudetto del 2006 a leggere le prime pagine di quotidiani, siti e portali. Eppure, come qualche mese fa dopo la relazione di Palazzi, non è successo assolutamente nulla di eclatante: il Tnas si è dichiarato competente, ma gli elementi a disposizione saranno tanti, tantissimi. E c'è un processo che sta proseguendo regolarmente. L'Inter è come sempre serena e consapevole, anche se secondo qualcuno potremmo finire fuori dalla Champions: magari perché quel qualcuno vorrebbe prendere il nostro posto, visto che l'Europa quest'anno la vede dal divano. E magari, già che ci siamo, visto che ci tengono tanto ad esibire quei 29 (!!!) scudetti invitassero chi ha contribuito a conquistarli. Come li ha conquistati, poi, è un altro discorso. Ma lì bisognerà vincere in tribunale, non sui giornali. Intanto noi pensiamo a vincere sul campo, da stasera...

Sezione: Editoriale / Data: Dom 11 settembre 2011 alle 00:01
Autore: Fabrizio Romano
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