“Celo, celo, manca, celo, manca!”. Quanto entusiasmo quando ci accorgevamo che un nostro amico era in possesso di una figurina che a noi mancava. Pizzaballa, chi era costui? Portiere dell'Atalanta che, in qualità di numero 1 di tutto l'album, era spesso il più introvabile. Per completare l'album nerazzurro, Andrea Stramaccioni ha bisogno di diverse figurine e completare l'album vorrebbe dire tornare a vincere lo Scudetto, ça va sans dire. Cosa succedeva però, quando da bambini, non riuscivamo a completare l'album Panini? Inviavamo la richiesta alla casa produttrice con le figurine mancanti, pagando quindi per averle. Adesso, forse, il concetto inizia a sembrarvi familiare. Il mercato interista si sta muovendo (e questo ve lo diciamo 7 giorni su 7, 24 ore al giorno) però un messaggio dalle trattative è arrivato forte e chiaro: con le figurine non puoi fare mercato.

I nomi accostati all'Inter sono tanti perché i nerazzurri, in qualità di grande squadra, si muovono su più fronti, però quando arriva il momento di dare l'affondo decisivo per un giocatore questo non arriva mai. La moda delle ultime stagioni è presentare offerte con contropartite tecniche per abbassare le richieste del venditore, peccato che ultimamente non sia funzionato. Gennaio 2011: l'Inter mette gli occhi per prima su Alexis Sanchez dell'Udinese e presenta un'offerta ai Pozzo, composta da un conguaglio di 15 milioni di euro e il cartellino di Biabiany. Da Udine dicono no e chiedono che la parte cash sia più alta. Moratti si ritira dalla corsa, el Nino Maravilla esplode e finisce a Barcellona. Sempre per rimanere al Friuli, Isla sembrava già pronto a vestire la maglia nerazzurra dai tempi di marzo ma, anche qui, quando bisogna trovare l'accordo, salta tutto e il cileno anziché atterrare alla Malpensa, atterra a Caselle.

Per Lavezzi, lo scenario è simile: Pandev può diventare tutto del Napoli, poi è tira molla su Pazzini, Ranocchia, Faraoni e le richieste di De Laurentiis, che sfrutta i “buoni rapporti” con Moratti sempre e solo a suo favore. Capitolo Destro, il discorso è più complicato ma Longo, Kucka e figurine varie stanno ritardando il ritorno del gioiellino di Ascoli Piceno alla casa madre con il risultato che la Roma e la Juventus si sono ributtate sul giocatore. Da Genova prendiamo il traghetto e arriviamo a Palermo per Silvestre: mezzo Viviano e un conguaglio non bastano per convincere Zamparini e Perinetti a cedere il difensore argentino.

“Attraverso le cessioni di Falchetti e Mengoni riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all'Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho”, diceva il presidente Borlotti a Oronzo Canà ne “L'allenatore nel Pallone”. Quella era una battuta, nel giugno 2012 ci avviciniamo alla realtà. Di sicuro, l'Inter non resterà con un pugno di mosche in mano ma per costruire una squadra da Scudetto un mercato “saggio” può bastare, a patto che gli altri presidenti non abbiano già finito il loro album Panini.

Twitter: @albi_santi

Sezione: Editoriale / Data: Mer 20 giugno 2012 alle 00:01
Autore: Alberto Santi
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