A San Siro si respira tanta voglia di Inter. C'è entusiasmo in tribuna e i tifosi si salutano tra di loro, come se fosse una cena di Natale dove si ha l'opportunità di vedere i parenti altrimenti quasi mai visibili. Spalletti per esordire nella Scala del calcio opta per il 4-2-3-1: se il sistema di gioco non è una sorpresa, lo è sicuramente la scelta di Brozovic, preferito a Joao Mario per giocare alle spalle di Icardi. Per il resto la formazione è quella annunciata, con Vecino che vince il ballottaggio in mezzo al campo con Gagliardini per affiancare Borja Valero. Gli esterni sono Perisic e Candreva. Nagatomo viene preferito a Dalbert a sinistra, Skriniar, Miranda e D'Ambrosio chiudono l'11 iniziale. La Fiorentina di Pioli (applauditissimo dal pubblico) si schiera in campo in maniera speculare: davanti c'è subito Simeone, alle sue spalle un tridente tutto nuovo con Benassi, Eysseric e Gil Dias. Veretout e Sanchez in mediana, Astori giuda il reparto difensivo formato da Tomovic, Hugo e Olivera.
PRIMO TEMPO - L'Inter decide di aggredire molto la partita. Spalletti chiede ai suoi di dare ritmo ai minuti iniziali, facendo circolare velocemente il pallone. Nei primi frangenti di gioco questo non risulta facile perché Pioli ha preparato la partita chiedendo a Benassi, Veretout e Sanchez di andare a prendere a uomo i creatori di gioco dell'Inter: rispettivamente Borja, Vecino e Brozovic. La partita però prende subito la piega giusta perché, dopo un possesso palla difensivo dell'Inter, Nagatomo con un guizzo è bravo a imbeccare in profondità Icardi. Decisamente colpevole la difesa viola, che legge male un pallonte tutto sommato semplice, permettendo a Icardi non solo di stoppare la sfera, ma di entrare in area, dove abbattuto si guadagna e poi trasforma il rigore dell'1-0. Il gol spinge ancora l'Inter e abbatte la Fiorentina, che inizia a perdere il ritmo del pressing permettendo alla squadra di Spalletti di venire fuori. Colpisce la capacità dell'Inter di muovere velocemente il pallone: il possesso è ragionato ma rapido, passaggi brevi di massimo 5/6 metri con l'intento di muovere il pallone da destra a sinistra, per andare a colpire l'avversario sul lato cieco. L'Inter, che anche nella scorsa stagione giocava con gli esterni molto larghi, ci aveva abituato a repentini cambi di gioco. Vediamo adessso invece una squadra che prova sì a sorprendere l'avversario, ma attraverso un possesso rapido, pronta anche a ricominciare se non dovessero esserci gli spazi. Borja Valero agisce da maestro in mezzo al campo. Al 15' Icardi raddoppia: la palla di Perisic è perfetta, ma il movimento di Icardi è alla pagina uno del manuale dell'attaccante. In terzo tempo sbuca da dietro, anticipa il difensore e trova l'angolino opposto. Sportiello è battutto, per Icardi 2 palloni e 2 gol. Letale. Dopo il doppio vantaggio l'Inter cala il ritmo, provando a gestire le forze. La Fiorentina si mostra squadra ancora tutta da costruire, perché non propone niente se non tentativi di cross per Simeone, che comunque dimostra di essere un attaccante vero e dai grandi movimenti. Da rivedere la marcatura di Miranda, sempre troppo distante da lui. A fine primo tempo l'Inter ha ancora la palle del 3-0 con Perisic, che però vuole regalare la tripletta a Icardi e spreca tutto. Interessante la posizione di Candreva: l'esterno, anche in fase di possesso in difesa, accentra molto la sua posizione, andando quasi a giocare tra il difensore centrale e il mediano avversario, lasciando a D'Ambrosio tutta la fascia. Anche con Pioli l'anno scorso Candreva aveva iniziato ad accentrarsi, ma solo nelle trequarti avversaria e solo ad azione ormai avviata. Adesso invece lo fa proprio per creare l'azione, dato che la sua posizione diventa di difficile lettura per la difesa ospite.
LA RIPRESA - Nel secondo tempo l'Inter paga lo sforzo iniziale e abbassa decisamente i giri del motore. L'iniziativa del gioco passa così nei piedi della Fiorentina, che nonostante il predominio territoriale non riesce mai a creare seri problemi ad Handanovic. Pioli mette prima Cristoforo e poi Babacar, cercando di dare nuova linfa ai suoi in attacco. La Fiorentina prova ad arrivare sul fondo, ma Skriniar in primis è sempre molto attento in marcatura. Babacar si rende pericoloso con un tiro da fuori, ma mai in area di rigore. Borja Valero va in totale debito d'ossigeno e così Spalletti lo toglie per inserire Joao Mario. E' un cambio che tira fuori l'Inter dalla sofferenza: il portoghese entra bene in campo, dando nuovo ritmo alla manovra che si era quasi spenta. La Fiorentina prende un palo piuttosto clamoroso con Veretuout, colpevolmente lasciato libero di tirare dal limite, ma l'Inter riesce a trovare il 3-0 dopo che per due volte, prima Nagatomo e poi Perisic, avevano sprecato due ottimi contropiedi crossando male da dentro l'area. Il 3-0 è figlio del gran pallone di Joao Mario, che pesca Perisic tutto solo sul secondo palo. Intanto Brozovic aveva lasciato spazio a Gagliardini e nel finale Icardi (standing ovation) è uscito per Eder. Interessante la gestione del centrocampo di Spalletti: a turno uno dei due mediani deve restare costantemente a copertura della difesa, l'altro invece deve accompagnare l'azione, in modo da occupare l'area. Non importa che sia Borja, Vecino o Gagliardini, se uno va, l'altro deve restare dietro. Si vede nettamente un rimprovero di Spalletti a Vecino, nel quale lo invita a rimanere come schermo davanti alla difesa se (in quel caso) Gagliardini si spinge in avanti. Alla fine l'Inter chiude con entusiasmo una bella vittoria. La Fiorentina si dimostra neanche con il cartello di lavori in corso, ma con il progetto dei lavori ancora da finire, ma la squadra di Spalletti fa vedere di avere le idee chiare. Gli 11 si muovono con un pensiero comune, mossi dalla stessa idea di pallone. L'obiettivo è cercare il gol tutti insieme, senza che debba essere Perisic a saltare tutta la difesa o Icardi a dover fare di ogni pallone un gol. Per gli interisti questo suona nuovo, ma è ciò che significa avere un allenatore.
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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