In attesa, come ormai tradizione, di incrociare le armi dialettiche con Mourinho a fine partita, Mario Sconcerti racconta al Corriere il suo personale punto di vista sulla stracittadina milanese, secondo lui inarrivabile da ogni altro derby italiano: "È questo il vero derby d'Italia. La Juventus è la squadra d'Italia, per tutti i suoi avversari la partita con la Juve è la più importante. Ma il derby in sé, la roccaforte, il simbolo di tutti i derby, è questo di San Siro. C'è stato un periodo alla fine degli anni trenta in cui si calcolava che la Juve avesse fino all'ottanta per cento dei tifosi. L'Inter era confusa con l'Ambrosiana, il Milan in pratica non esisteva ancora. La Juve è rimasta nei tempi la prima squadra, ma molte cose sono cambiate da allora, già all'inizio degli anni cinquanta. Milan e Inter hanno cominciato a vincere in Italia e soprattutto in Europa, cosa sconosciuta. Sono diventati riferimenti tecnici per tutto il mondo, hanno insegnato calcio anche ai pochi che non lo conoscevano. E hanno vinto quando la prima televisione cominciava a portare il calcio dovunque.

Il fenomeno di massa che fu la Juventus degli anni trenta, negli anni in cui uscivamo dal dopoguerra e cercavamo di diventare nazione lo furono le due squadre milanesi. La Juve fa parte della gente, Inter e Milan sono stati gli strumenti che hanno portato la gente davanti alla modernità. La nostra prima coscienza europea è nata con le finali di Rocco e di Herrera, la confidenza con le altre grandi squadre europee, la consapevolezza che eravamo davvero una cosa sola. Ancora oggi Milan e Inter rappresentano le due squadre più identificabili. Un presidente petroliere, ricchissimo, che governa la squadra come fosse una satrapìa orientale. Dall'altra parte addirittura il presidente del consiglio, l'uomo più celebre e controverso degli ultimi vent'anni. Inter e Milan non sono sole, hanno due volti alle spalle che sono diventati simboli. Lo stesso stadio pesa sulla leggenda. La Juve ha continuato a cambiarlo fino a non avere un suo modello, una cornice riconoscibile per le imprese. San Siro è lì da quando Pirelli lo costruì e l'Inter lasciò l'Arena.
È talmente dentro la storia da non riuscire a cambiare nome e diventare finalmente Meazza. È stato il primo stadio d'Italia costruito per vedere calcio. Fa parte dello slang dei due popoli, è un luogo della vita di Inter e Milan, non della memoria.

La Juve infine non rappresenta Torino, rappresenta tutti. Il derby è invece profondamente milanese, ci sono stati per decenni tratti sociali, quasi rionali, che distinguevano l'interista dal milanista. Oggi i tifosi sono dovunque. Le ondate operaie degli anni sessanta non arrivarono solo alla Fiat, percorsero la cerchia dei Navigli e dilagarono nelle campagne. Oggi anche Inter e Milan sono fortemente Italia. Ma mantengono il piacere di un retrogusto in fondo al quale c'è ancora Milano".

 

Sezione: News / Data: Dom 15 febbraio 2009 alle 12:51 / Fonte: Corriere.it
Autore: Fabio Costantino
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