In una serata atipica, con scarsa presenza di pubblico per una partita che sguazzava nel mare dell'inutilità, qualche spunto interessante comunque è emerso. Al di là della vittoria dell'Inter sullo Sparta Praga, che in tempo di carestia può solo far bene al morale, Stefano Pioli è riuscito nell'impresa A) di vendicare, seppur flebilmente, la sconfitta della sua Lazio per mano dei cechi nella scorsa stagione; B) di raccogliere sul proprio taccuino annotazioni interessanti in vista del prosieguo di questa zoppicante stagione; C) di riportare in modo robusto Eder nel tabellino dei marcatori; D) di far esordire in un sol colpo due baby che con la Primavera, spesso in coppia, stanno bombardando le difese avversarie, nonché di restituire al calcio professionistico Marco Andreolli. Insomma, per una gara senza senso non c'è male.
RICOMINCIO DA TRE - Nella serata degli esperimenti, vista anche la carenza di alternative, Pioli prova anche un nuovo assetto tattico: la famigerata difesa a tre, che in questa stagione solo una volta Frank de Boer aveva osato testare, a Verona contro il Chievo, per lo stesso motivo che sta invogliando l'attuale tecnico: coprirsi di più dietro. All'olandese non andò bene e archiviò questo estemporaneo tentativo immediatamente, a Pioli invece non può essere sufficiente un'unica uscita, con molte seconde linee, per mettere un punto su questa novità tattica. Possibile che il triplete arretrato possa rivedersi, magari già domenica contro il Genoa, con altri interpreti.
NOKOURI - Una serata inutile per tanti, che però poteva essere preziosa per Assane Gnoukouri, la cui presenza in campo da titolare non sembrava in discussione. Invece la sfiga, che in certi periodi si accanisce, lo ha privato del palcoscenico europeo nelle sembianze di un lieve trauma distorsivo alla caviglia sinistra. Lieve, ma sufficiente a lasciarlo fuori squadra a vantaggio di Yuto Nagatomo, che probabilmente già aveva fatto programmi per la serata non essendo convocato. Sfiga condivisa, nella fattispecie. Chiamatela 2.0 che fa figo.
SE NON SOFFIA IL VENTO DEL(LA) NORD - A dare un po' di pepe a una serata insipida, ecco la Curva Nord che si è esposta, non esponendosi, contro i giocatori. A presenziare solo uno striscione, come sempre poco disponibile all'interpretazione: "Quattro sconfitte in 5 partite. Questo è quello che vi meritate per il vostro impegno indecoroso... Vergognatevi". Matematica alla mano, come dar torto alla più accesa frangia della tifoseria nerazzurra? La consolazione è che, per lo meno, finalmente non sia stato Mauro Icardi il bersaglio principale, visto che lui neanche figurava nella lista dei convocati. Intrepretiamolo come un segnale di disgelo tra le parti, perché dell'Europa League non si butta via nulla.
CANTERANI ESORDIENTI - Andrea Pinamonti, tra le tante novità, è stato forse quella più inattesa e piacevole. Il 17enne di Cles, valanghe di gol nelle giovanili nerazzurre, ha esordito con la prima squadra addirittura dal primo minuto, partecipando attivamente al gol di Eder. Altro che ingresso premio nel garbage time come avviene di solito per i ragazzini, per esempio Axel Bakayoko, anche lui al primo tagliando tra gli adulti (complimenti). Marco Andreolli mancava da una gara ufficiale dal 21 novembre 2015, oltre un anno in cui si è concesso appena due partite con la Primavera di Stefano Vecchi in questa prima parte della stagione in corso. E il rientro è stato con tanto di fascia da capitano al braccio, segnale di grande stima nei suoi confronti da parte di Stefano Pioli che già lo aveva apprezzato ai tempi del Chievo Verona. Dopo 382 giorni di attesa, per l'ex canterano è stata una sorta di secondo esordio da professionista.
IL MURO DEL PIANTO (DI GIOIA) - Da candidato numero uno a fanalino di coda del Gruppo K (spettato di diritto e con merito all'Inter), l'Hapoel Be'er Sheva, reso famoso dalla vittoria al Meazza nella gara d'esordio in Europa League, zitto zitto quatto quatto è andato a Southampton a prendersi un'impronosticabile quanto meritata qualificazione ai sedicesimi di finale del torneo. Un risultato storico per cui è giusto ringraziare i nerazzurri, in grado di consegnare in mano agli israeliani ben 6 punti, gli ultimi 3 in modo tutt'oggi ingiustificabile. Però quando è servita la zampata finale, l'ineffabile Buzaglo ha piazzato la sberla che ha fatto barcollare, e poi cadere il più quotato Southampton a cui il pareggio del St. Mary's Stadium non è bastato. Sorpresa fino in fondo, e il muro del pianto stimola lacrime di gioia.
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