E' arrivato il giorno della presentazione alla stampa e alla cittadinanza dei due progetti finalisti per il nuovo stadio di San Siro, voluto da Inter e Milan. Populous e Cmr-Stadium mostreranno oggi, dopo le indiscrezioni uscite sul web nei giorni scorsi, la propria idea per il futuro impianto. FcInternews vi propone la diretta testuale dell'incontro.
Parla per primo il presidente del Milan, Paolo Scaroni.
"Sarà una mattinata un po' lunga ma spero piacevole in cui vi racconteremo il nostro progetto. Lo stadio Meazza non è più idoneo per due squadre che voglioni essere prime attrici per chi vuole essere protagoniste a livello europeo. Se guardiamo gli stadi delle altre squadre in Europa sono ben altra cosa rispetto a San Siro, che amiamo moltissimo ma ha fatto il suo tempo. Ci sembra che per Milano cogliere quest'occasione significhi anche l'opportunità di trasformare San Siro, oggi un 'non luogo', una specie di deserto, a parte quando si anima per le partite. E' un piazzale con in mezzo il nostro amato Meazza. Dobbiamo cogliere ancora una volta l'occasione procedendo sulla strada del moderno e di un quartiere che vive 365 giorni l'anno".
Prende la parola l'amministratore delegato dell'Inter, Alessandro Antonello.
"Ringrazio chi ci ospita in questa sala. Qual è stato il contesto con cui ci siamo approcciati al progetto? Ci siamo immersi nel contesto di Milano, capitale economico-finanziaria capace di attrarre numerosissimi turisti che vive di design, moda e innovazione nel rispetto della tradizione e della cultura milanese. Milano, negli ultimi anni, ha evidenziato una dinamicità molto importante, al pari delle altre capitali europee. Si è visto con Expo, con Santa Giulia, City Life. Un cambiamento radicale della struttura della città, ma inserita nell'ambito della tradizione di Milano. Abbiamo voluto un progetto che si inserisse naturalmente nella vision di Milano 2030, con le periferie al centro e una città green, visibile e resiliente. Questo è stato per noi un punto importante, i progetti che vedete si inseriscono in questa missione del Comune. Un altro aspetto importante è che due proprietà internazionali vogliono investire nella nostra città con un progetto che si rivolge alle future generazioni. Una città che ha nel dna innovazione. Dobbiamo avere un progetto immerso nella realtà dei milanesi, un progetto per Milano e i cittadini, non solo per i tifosi e chi va allo stadio. Da qui abbiamo risposto alla prima domanda: perché non si può ristrutturare il Meazza? La poca interconnessione tra le varie parti di San Siro ha creato dei disagi, oggi lo stadio mette a disposizione degli spazi di 24mila metri quadrati per il post-partita, oggi il benchmark a livello europeo è di 100mila metri quadri. Il secondo punto è di visiblità: il primo anello ha una visibilità rivolta solo verso l'alto e il basso, non si può vedere ciò che accade in termini di coreografia nel resto dell'impianto. Il terzo punto è di comfort, gli spazi tra una fila e l'altra sono limitati e con le nuove normative andranno cambiati. Ultimo ma non ultimo, un problema di servizi. Cinquantamila persone allo stadio non hanno servizi idonei a quel che Milano meriterebbe. Abbiamo impiegato parecchio tempo per studiare una possibile ristrutturazione: il primo anello andrebbe completamente rifatto, dovremmo intervenire anche sul terzo e sulle torri. Dovremmo quindi ricostruire il primo anello, le terrazze e il settore hospitality nel settore ovest. Al termine di questo progetto ci siamo risposti che il San Siro attuale non sarebbe più riconoscibile e ci sarebbe un problema di capienza, che sarebbe inferiore a quella che potrebbe avere il nuovo stadio. Rimarrebbero inoltre problemi legati ai servizi e agli spazi disponibili. La tribuna arancio sarebbe difficilmente ampliabile e un problema di sicurezza dovendo svolgere una ristrutturazione in una stagione sportiva. Dovessimo intervenire su San Siro, ci troveremmo obbligati a chiedere ai tifosi di migrare verso stadi situati tra i 100 e i 200 km con capienze inferiori rispetto a quella di San Siro. I disagi sarebbero molto importanti anche da un punto di vista economico. Anche per noi come club muoverci da Milano avrebbe un impatto economico".
Riprende la parola Paolo Scaroni.
"Il nostro investimento è di 1,2 miliardi di euro. Prevede uno stadio moderno, il più moderno al mondo per tecnologia ed estetica, con un nuovo distretto multifunzionale per far vivere la zona di San Siro 365 giorni l'anno, con ampi spazi verdi. Il progetto si è sviluppato nel tempo, ci avvarremo dell'aiuto del Politecnico. I vantaggi della proposta sono dati da un progetto più verde, più sostenibile da tutti i punti di vista a cominciare da quello ambientale e finalmente con un minore impatto visivo ed acustico. Sarà più basso: oggi San Siro è alto 68 metri, i due progetti sono poco più di 30 metri. Quanto all'aspetto acustico, il nuovo stadio sarà più vicino a via Tesio e avrà un impatto su quella via minore del 60% perché sarà chiuso, mentre oggi è aperto. Sarà ecosostenibile".
Di nuovo Antonello.
"In attesa che il Comune faccia le sue verifiche i club sono andati oltre quanto chiesto dal processo amministrativo, selezionando un gruppo di studi di architetti perché potessero esprimere la massima competenza sull'idea che i club hanno trasmesso. Il brief dato a questi architetti di fama mondiale è stato che il distretto doveva attrarre tifosi e cittadini di tutto il mondo perché solo a Milano si può vedere questo stadio. Il processo è iniziato con quattro studi ed è ancora in corso, ma quello con i cittadini e l'amministrazione inizia oggi. Vogliamo fare insieme un percorso recependo quanto verrà da cittadini e amministrazione. Gli studi rimasti sono Populous e Manica. Speriamo che il distretto possa essere un motore per l'economia di Milano e del Paese".
Sale sul palco Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano.
"Questo è un punto di arrivo nato qualche mese fa un po' per caso durante l'apertura della settimana di architettura a Milano. Mi è stato chiesto cosa pensassi della costruzione di un nuovo stadio e ho risposto che tutto dipendeva dall'ambizione delle due squadre. Per essere competitivi bisogna avere strutture competitive. Noi vogliamo competere con le prime venti università al mondo e su questo abbiamo lavorato proprio nel quartiere Bovisa. Dopo quel percorso è nato un dibattito sano e naturale che poi deve portare a una sintesi. Allora era un avallo culturale, oggi siamo a un momento della decisione. Questa, secondo noi, è un'opportunità che Milano e le squadre non possono perdere. Politecnico si è reso disponibile per dare supporto a questo con 1.400 ingegneri, architetti e designer che competono. Noi partiremo da un masterplan, che non è uno stadio ma è un'area di Milano nuova che partecipa alla trasformazione della città. Sono onorato di essere qui al fianco della città e delle due squadre".
Cominciano le presentazioni: si parte con Manica. Parla David Manica.
"Grazie a tutti. Sono orgoglioso delle mie origini italiane. Voglio ringraziare le squadre per averci permesso di poter lavorare a un progetto così importante per Milano e lo sport italiano. Ringrazio Massimo e il team sportivo perché lo studio architettonico ha sede proprio qui a Milano. Come sapete il nostro progetto si fonda sui due anelli. Si tratta di un concetto semplice ma molto potente. E' il più adatto secondo noi: due anelli che si intersecano e sono in equilibrio l'uno con l'altro. Dal rendering potete vedere lo stadio pieno di luce con due anelli quasi sospesi. Abbiamo immaginato lo stadio in un parco, in un nuovo quartiere. Dieci ettari di giardini e di parco pubblico attorno al centro commerciale di futura costruzione. Abbiamo voluto mantenere sul tetto della zona commerciale il prato storico di San Siro, messo a disposizione di chi vorrà giocarci, come pezzo di storia. Tra il vecchio e nuovo stadio ci sarà un parco utilizzabile anche per festival ed eventi. Abbiamo lavorato molto anche sull'interno di San Siro, che oggi ha un'incredibile atmosfera. Potrà diventare ancora più intensa: i sedili saranno ancora più vicini al campo, avvolgenti, con ancora più posti sulle curve e il mantenimento della storica collocazione Nord-Sud. Il progetto è stato ideato in modo che le facciate siano aperte, come un sipario teatrale, e l'architettura interna permette di cambiare i colori grazie a degli speciali pannelli e all'utilizzo di luce a seconda di quando giocherà l'Inter o il Milan. Il nostro progetto è fatto per le persone e noi abbiamo composto la facciata con 16.000 volti a rappresentare passato, presente e futuro dello stadio. Ho sognato la facciata in questo modo: la prima volta che un padre porta il figlio allo stadio e gli fa vedere la foto del nonno sapendo che prima o poi crescerà e porterà il suo di figlio allo stadio. Questo stadio non è una Cattedrale. E' uno stadio per i cittadini. Per Milano".
E' il turno di Populous, parla Chris Lee.
"E' un onore essere qui. Ho disegnato l'Emirates Stadium, gli stadi per la Coppa del Mondo in Qatar ma progettare questo stadio sarebbe un onore enorme, per me e per tutti noi. Abbiamo sedi in tutto il mondo tra cui quello di Milano, con 700 collaboratori che lavorano su progetti sportivi ed entertainment. Abbiamo alle spalle 1.300 stadi. Il nostro progetto per San Siro si fonda completamente sull'idea di fare un edificio per Milano, ispirato alla città. Abbiamo preso ispirazione da alcune icone di Milano: il Duomo e la Galleria. Abbiamo pensato anche alla parte più innovativa, sposando la tradizione con la sostenibilità e l'innovazione. Vogliamo anche che il nostro stadio diventi un'icona come gli edifici già presenti. La città di Milano è unica, immediatamente riconoscibile, così come l'attuale San Siro. Vogliamo uno stadio per tutti, inclusivo per famiglie e tifosi. Vogliamo un edificio che si rifà alla grande tradizione di Milano, con degli spazi per i negozi ma anche con una galleria che ricordi quella centrale della città. Lo stadio fa parte di un nuovo distretto, abbiamo visto in tutto il mondo che le strutture sportive hanno un impatto incredibile nella rigenerazione delle città. Abbiamo progettato un parco urbano aperto a tutti i cittadini che circonda lo stadio, con spazi per la ristorazione, gli uffici, grande sostenibilità. Abbiamo voluto abbassare il campo di gioco e spostato lo stadio da via Tesio per rispettare i vicini che vivono lì. C'è un lavoro di ingegneri acustici che permette un'emissione minore sia quando ci saranno le partite che per i concerti. San Siro diventerà vivibile 24 ore su 24 per tutti. Vogliamo rispettare la tradizione del Meazza esistente, abbiamo quindi progettato un museo con un ingresso centrale e una walk of legends su ambo i lati per ricordare i giocatori delle due squadre. La sostenibilità è molto importante: abbiamo tetti con fotovoltaico, la raccolta dell'acqua piovana per le toilette, una ventilazione naturale e un sistema di teleriscaldamento e teleraffreddamento con grande efficienza energetica. Un edificio che deve essere autentico, rosso per il Milan e blu per l'Inter. La forma architettonica cambierà, non solo i led colorati. Vogliamo che l'edificio abbia un aspetto diverso quando giocheranno le due squadre e anche quando non si giocheranno partite. Sarà uno stadio molto raccolto, nella progettazione stiamo pensando a una capienza sui 60-65.000 posti. Abbiamo progettato con gli ingegneri uno stadio come se fosse un teatro d'Opera per poter sentire il calore dei tifosi, la partecipazione del pubblico. Lo stadio oggi ha tanti punti deboli ma un'atmosfera fantastica. Il nuovo impianto sarà dieci metri più vicino al campo. Una muraglia di spettatori. Abbiamo guardato altri stadi, quello della Roma o del Tottenham. Noi non possiamo andare sul campo, ma arriveremo molto vicini. La maggior parte degli spettatori saranno sempre più vicini, 2 metri e mezzo più vicini rispetto alla media attuale. Lo stadio sarà immediatamente riconoscibile, sarà fatto per Milano, con una sua identità. Un'icona per oggi e le sue generazioni".
Sul palco sale Franco Baresi assieme a Riccardo Ferri. Parla per prima la bandiera del Milan.
"Mi inchino alle due società. Mi emoziona pensare a San Siro dove ho fatto tutta la mia carriera. Però credo sia giusto guardare avanti, alle future generazioni. Credo sia molto bello che le due società si siano messe assieme per dare alla città uno stadio moderno, un ulteriore incentivo per star bene e rilassarsi prima e dopo le partite".
Parla Riccardo Ferri.
"Viene spontaneo pensare che sarebbe stato meglio nascere trent'anni dopo per poter giocare in stadi così. Un po' di invidia c'è per chi potrà giocarci. Io e Franco come tanti che sono qui abbiamo avuto la fortuna di vivere grandi emozioni al Meazza, ma tutti i tifosi sognano un futuro migliore per le proprie squadre. La cosa migliore è avere uno stadio comodo, sicuro, con impatto ambientale zero. Quando costruisci uno stadio del genere dai qualcosa in più. L'augurio è che i giovani di Inter e Milan possano scrivere pagini importanti e gioire in questo stadio. Queste due fantastiche squadre devono tornare sul tetto del mondo".
Ancora Franco Baresi.
"Capisco tanti tifosi legati a San Siro, il loro stato d'animo. Ma capiranno che il futuro è questo".
Foto di gruppo, infine, per i rappresentanti di Inter e Milan, dirigenti e giocatori delle giovanili e della femminile.
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Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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