Dopo l'incontro casalingo contro l'Empoli che ha riportato l'Inter alle fatiche e ai doveri del campionato all'indomani della sosta per le Nazionali, ritorno alla routine superato seppur con l'1-0 di misura, la squadra di Simone Inzaghi è chiamata ad un altro banco di prova, tutt'altro che semplice, per compiere un altro piccolo passettino in avanti verso lo scudetto. Ad attendere questa sera la capolista è l'Udinese di Cioffi, reduce da una stagione fin qui complicata e strana che la posiziona ad una zona di 'non' comfort: 29 punti, +3 dal Frosinone, terzultimo in classifica e sole 4 vittorie portate a casa  nei sette mesi di Serie A fin qui.

I numeri però non sono tutto e persino i +11 dell'Inter sul Milan, secondo in classifica, non assumono grande importanza nella mente dei ragazzi di Inzaghi che al netto della possibilità di dormire sogni tranquilli, non vogliono più rimandare la festa e agguantare i punti matematicamente necessari a pronunciare quel tanto agognato 'arrivederci campionato, arrivederci e al prossimo anno'. La squadra di casa però, figlia di una classifica probabilmente ingenerosa, non si fa trovare sprovveduta e tenta di complicare giusto un tantino la vita ai milanesi che in quel di Udine disegnano calcio, esprimono qualità ma si lasciano chiudere particolarmente negli ultimi metri, dove trovano una più che buona fase difensiva dei bianconeri, bravi a spezzare quasi sempre sul più bello la fluidità della squadra prossima al gradino più alto del podio d'Italia, intercettandone tante volte l'ultimo passaggio. Danno che diventa beffa al 40esimo, quando con buona pace di statistiche, prestazione, voglia di fare, serenità e superiorità della squadra ospite, a passare in vantaggio è quella di casa.

Beffa di nome e di fatto: a sottoscrivere il vantaggio friulano è proprio quel famigerato Lazar Samardzic ben noto alle cronache nerazzurre. Recupero di Kamara a metà campo che serve il 24 bianconero che mette in mezzo un pallone, a metà tra il tiro e il cross che Carlos Augusto rovinosamente sporca e beffa tutti i nerazzurri, colpevoli di certo di una leggerezza che Inzaghi non manda giù e al contrario maledice con tanto di nervosismo dalla panchina. Fermo Sommer, fermo Dumfries, la palla sfila facile alle spalle dell'estremo difensore svizzero di sicuro reattivo ma anche meno fortunato di Okoye, collega di reparto avversario, miracoloso per tutti i primi quarantotto minuti.

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Sezione: Focus / Data: Lun 08 aprile 2024 alle 21:35
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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