Il momento decisivo della stagione è ormai arrivato, con l'Inter di Roberto Mancini chiamata a ottimizzare quest'ultima parte di annata, con due obiettivi alla portata assolutamente da raggiungere. Da una parte un campionato che vede i nerazzurri occupare l'ottava posizione e in piena lotta per un posto in Europa League, mentre dall'altra c'è una coppa (l'ex UEFA, appunto) in cui tutti partono alla pari, con uno scontro complicato in programma questa sera alla 'Volkswagen Arena' (kick-off ore 19.00): avversaria degli ottavi di finale sarà il Wolfsburg di Dieter Hecking, il secondo step ad eliminazione diretta verso la finale di Varsavia in programma il prossimo 27 maggio 2015.

Momento caldissimo della stagione, quindi, che FcInterNews analizza insieme a una leggenda nerazzurra: tra campionato, Europa League e mercato, parola a Giuseppe Bergomi, attuale commentatore SkySport.

Sotto di due gol, rimonta completata e vittoria che, con qualche minuto in più a disposizione, l'Inter avrebbe potuto conquistare: cosa hanno detto i 90' del 'San Paolo'?
"Contro il Napoli l'Inter ha fatto fatica per circa 70 minuti, poi la gara è cambiata prendendo una direzione totalmente differente. Giusto sottolineare che Mancini sta cercando di cambiare la mentalità dei propri giocatori, ma credo che - almeno ad oggi - questa Inter non sia ancora in grado di imporre il proprio gioco in casa di una squadra forte come quella di Benitez. In ogni caso, il mercato di gennaio ha migliorato notevolmente la squadra e i risultati si stanno vedendo, credo che il pareggio ottenuto al 'San Paolo' sia pienamente meritato".

Giunti a questo punto della stagione, l'Europa League può essere considerata l'obiettivo principale?
"L'Europa League deve essere l'obiettivo principale di questa ultima parte di stagione, senza alcun dubbio. Anzi, credo sia pericoloso sprecare energie, fisiche e mentali, in campionato. Certo, la Serie A può permettere di arrivare ancora in Europa League, ma se l'Inter vuole ottenere la qualificazione alla prossima Champions League dovrà concentrarsi esclusivamente sulla coppa".

Il terzo posto è ormai utopia, quindi?
"Ci sono tantissime squadre davanti e troppi punti di differenza dal terzo posto. Ripeto, se l'Inter vuole centrare la Champions League dovrà considerare l'Europa League il traguardo più importante".

A tal proposito, considerando che ritiene la coppa l'obiettivo principale in questo momento, condivide la scelta di mister Mancini di affidarsi a Juan Pablo Carrizo come portiere titolare, anche in caso di finale raggiunta?
"Sì, è questione di 'spogliatoio'. Il Mancio, evidentemente, si fida del portiere argentino e quindi non ci sono problemi in questo senso. Personalmente, non so se avrei fatto la medesima scelta, ma il tecnico nerazzurro ha deciso così proprio per una questione di gruppo, di 'spogliatoio', appunto".

Questa sera, avversario negli ottavi di finale di Europa League il Wolfsburg di Dieter Hecking: i tedeschi sono veramente così forti come, da più parti, vengono definiti?
"Non credo, ritengo che l'opinione su questa squadra sia stata amplificata dalle ultime prestazioni, soprattutto dalla vittoria contro il Bayern Monaco (4-1 alla 'Volkswagen Arena' lo scorso 30 gennaio, ndr). Io ho visto quella partita e la squadra di Josep Guardiola ha fatto tantissimo fatica, non era il solito squadrone e, indirettamente, ha agevolato molto i Die Wölfe. Il Wolfsburg è una squadra preparata e il suo punto di forza consiste nella velocità e nella tecnica: l'Inter dovrà prestare attenzione proprio a questo. Ha giocatori importanti come Kevin De Bruyne, André Schürrle e Luiz Gustavo, ma credo che i nerazzurri possano giocarsela".

Ritiene che Roma, Fiorentina (che si scontreranno proprio in questo turno) e Napoli siano le squadre più temibili per l'Inter in vista della finale dello 'Stadion Narodowy' di Varsavia?
"Penso proprio di sì, considerando che il Torino affronterà una squadra internazionale come lo Zenit San Pietroburgo. Non voglio, però, dimenticare il Besiktas: i turchi sono partiti dai preliminari di Champions League, dove sono stati eliminati dall'Arsenal, e nel turno precedente hanno avuto la meglio sul Liverpool. Non bisogna dimenticare questa squadra che anche in campionato sta facendo benissimo. Sono un gruppo molto solido e compatto".

Tornando alla squadra di Mancini, crede che la difesa sia il vero 'tallone d'Achille'?
"Non saprei, ma bisogna considerare che nella valutazione della difesa è fondamentale l'atteggiamento generale della squadra. I difensori vengono esposti a contropiedi, al face to face con gli avversari e devono 'chiudere' spesso e volentieri. Questo non è mai facile. Contro il Napoli, a punteggio invertito, una rimonta subita sarebbe stata un disastro per l'Inter, con un processo che sarebbe prontamente scattato nei confronti dei difensori. Benitez, per esempio, opera i cambi in base agli uomini che ha a propria disposizione senza mutare mai il modulo, e un tecnico italiano non avrebbe permesso agli avversari di raggiungere il pareggio con il doppio vantaggio. Per concludere, Ranocchia e Juan Jesus devono sicuramente crescere, ma è l'atteggiamento generale della squadra che fa la differenza".

Ultima domanda relativa al mercato 'interno': come si comporterebbe se, a fine stagione, arrivassero delle offerte importanti per Mateo Kovacic e Mauro Icardi?
"Sono due giocatori che stanno vivendo momenti estremamente differenti. L'argentino è sicuro di sé, sta dimostrando grande personalità e segna molto, mentre il giovane croato sta facendo molta fatica. A centrocampo, forse, oggi è la terza scelta considerando che Hernanes sta migliorando e che non ha ancora trovato un ruolo ben definito all'interno della squadra. Per rispondere alla domanda di mercato, credo sia comunque molto difficile rinunciare a un classe '94 e '93. Bisogna dare tempo a Kovacic e bisogna aspettarlo. In tema di cessioni, Thohir dovrebbe prendere in considerazione altri elementi".

Sezione: Esclusive / Data: Gio 12 marzo 2015 alle 11:15
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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