L'Inter perde ancora tra le polemiche arbitrali contro il Cagliari. Decide una doppietta dell'ex Pinilla, con un gol su rigore inesistente. Analizziamo la gara... da Zero a Dieci.

ZERO è la reazione dell'Inter dopo i gol subiti. Una serie di schiaffi - con torti arbitrali, sì - che lascia indenne una squadra decisamente fragile. Eppure, l'ordine di Moratti era stato diverso. Ma questa Inter ha sotterrato anche l'orgoglio. Sfortunata e sconfitta, senza reagire. Anzi, rischiando di prendere il terzo gol.

UNO solo, il tiro pericoloso di Fredy Guarin. Prova a impegnare Agazzi in tutti i modi, tira anche da casa sua, non è mai insidioso. Tranne che in un'occasione. Ma il vero Guarin è sparito, non esiste più. L'Inter crolla a picco e lui è uno che gira quando la giostra va al massimo. Controfigura di se stesso, questo è il giocatore che il Porto ha (s)venduto. Torna indietro nel tempo a un anno e mezzo fa. Che la macchina del tempo lo restituisca ai suoi veri livelli, quantomeno per il prossimo anno.

DUE i gol di Mauricio Pinilla. Uno con simulazione (ne parleremo più avanti), l'altro da punta di mestiere. Una vera e propria maledizione per l'Inter, purgata da Pinilla dai tempi del Palermo fino alle magie con la maglia del Cagliari. Una tassa per quella punta che proprio l'Inter portò in Italia e di cui Mauricio è tifoso annunciato. Maledizione.

TRE è il voto di stima alla classe arbitrale della Serie A. Il signor Celi fa una Gervasonata quando regala il rigore al simulatore Pinilla: è a cinque metri dall'azione, come fa a non vedere? Quando invece il contatto c'è su Ibarbo (in area o fuori?) non fischia. Come quando Dessena stende Rocchi nel primo tempo. A prescindere da tutto: arbitri scarsi e ridicoli.

QUATTRO statuine sul rigore di Pinilla. Con la partita sullo 0-0, al momento del rigore tirato da Pinilla in quattro erano fermi appena partita la rincorsa del cileno con le mani sui fianchi. Tutti nerazzurri, ovviamente, coi giocatori del Cagliari già avventati in area di rigore. Capito cosa vuol dire staccare la spina?

CINQUE partite in campionato - le ultime -, quattro sconfitte. Solo Genova salva la cinquina del disastro dell'Inter. E pensare che qualche giorno fa si parlava di "trend positivo" per le prestazioni contro Juve e Tottenham. Ci rendiamo conto che l'Inter è in caduta libera?

SEI a Tommaso Rocchi. Che si batte al massimo delle sue potenzialità, abbandonato in un attacco dove la luce non si accende praticamente mai. Fa la boa, si butta negli spazi, trova anche l'uno-due spettacolare con Cambiasso che spedisce sul palo la palla del vantaggio. Dà un senso alla sua presenza in rosa. A Rocchi, francamente, non si può chiedere di più.

SETTE tentativi firmati Ricardo Alvarez. Le ha provate tutte, tra cross col destro da vietato ai minori e sontuose cavalcate palla al piede. Qualche occasione creata, molte in cui poteva fare di più, ma è propositivo e ha cambiato passo. Ha una grande colpa: nel secondo tempo sparisce. Si è svegliato troppo tardi?

OTTO presenze in campionato, due circostanze sfortunatissime. Matias Silvestre è l'uomo della maledizione: già contro l'Atalanta gli inventano un rigore contro; poi rientra, arriva il Cagliari e Celi vede un contatto con Pinilla che non esiste. Lui si porta le mani al volto e si dispera. Non gliene va bene proprio una.

NOVE gol subiti dall'Inter nelle ultime cinque partite. Una media imbarazzante, da ultimi cinque posti in classifica. Il problema difesa resta il più grande di questa squadra, perennemente malata da novembre a oggi: Pinilla e Ibarbo fanno il bello e il cattivo tempo, sul secondo gol è imbarazzante l'immobilismo della linea a quattro nerazzurra. Da schiaffi.

DIECI al tuffo di Mauricio Pinilla. Per le Olimpiadi di Rio, il Cile ha una garanzia dal trampolino. Colpo d'autore quello del buon Pinilla, che si porta verso Silvestre muovendo il piede sinistro e simulando un contatto; poi, si lascia cadere in avanti con il piede che viene portato all'indietro. Capolavoro da medaglia d'oro, Tania Cagnotto a lezione da Pinilla.

Sezione: Da Zero a Dieci / Data: Lun 15 aprile 2013 alle 02:45
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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