Varia ancora Stramaccioni nella delicatissima trasferta di Udine, mandando in campo un’Inter per cinque undicesimi diversa rispetto a quella presentata a Firenze. La novità sostanziale sta nel modulo, il 4-3-2-1 ad 'albero di Natale' modellato in parte per il rientro di Sneijder. Nei primi cinque minuti sono però i padroni di casa ad assumere il totale controllo del centrocampo. L’approccio della squadra nerazzurra è statico e lascia campo ad un’Udinese subito arrembante. Guarin, Cambiasso e Stankovic faticano a coprire l’ampio raggio d’azione degli attacchi avversari, che dilagano con i cinque di centrocampo. Di Natale si sgancia dietro non fornendo punti di riferimento alla difesa e allargando il gioco sulle fasce. Ed è dopo una giocata rapida a sinistra fra il bomber ed Armero che salta ancora il meccanismo difensivo dell’Inter, punita a centro con il gran destro dal limite del solissimo Felipe.

Davanti il punto di riferimento è sempre Milito, lanciato a fare da sponda per gli inserimenti dei compagni. Sneijder, play-maker, si carica della reazione nerazzurra. L’olandese prende palla a centrocampo, dialoga e si muove su tutto il fronte. Ma sono i movimenti del Principe a mandare in tilt la retroguardia dell’Udinese, trafitta dall’uno-due micidiale di Wes che viene innescato dal lavoro super del centravanti argentino. Fondamentale per respingere la sterile reazione dei friulani diventa la copertura dei tre di centrocampo, che finalmente riescono a prendere le misure alla squadra di Guidolin. Gli unici tentativi arrivano infatti dalle fasce, ma a centro stavolta il filtro funziona. Sale in cattedra quindi Guarin, sia nei rientri che tamponano ora Armero, ora Asamoah, sia per il supporto fornito davanti e per i palloni che riesce a confezionare, prima a Milito che serve Sneijder per l’1-2, poi ad Alvarez per la splendida giocata personale che porta l’Inter al terzo gol. Più volte il colombiano, davvero instancabile quest’oggi, sbuca dalle parti dell’area bianconera ed è lui che ridà fiato alla manovra interista in fase di possesso e interdizione.

Utili quando possono anche gli sganciamenti dei terzini, soprattutto di Nagatomo visto che dall’altra parte Maicon deve limitarsi rispetto a Firenze a causa del pericolo Armero. È qui che sta la brillantezza del cambio in strategia di Stramaccioni, che rispolvera un’Inter compatta e imprevedibile nella manovra costruita sempre a centro. Il gioco sugli esterni avrebbe agevolato la maggiore velocità nelle ripartenze dei friulani, che non trovano così il modo di scardinare la barriera interista. Udinese che viene costretta a cambiare copione, provando a volte soluzioni da fuori area che, eccetto la rete del vantaggio, sono preda dell’attentissimo Julio Cesar. Dalle fasce i cross vengono annullati da una difesa sempre ben posizionata. Solo due le vere chance sprecate da Floro Flores negli accenni di risposta friulani, causate dalle disattenzioni in marcatura. Gli ingressi di Obi e Zarate non stravolgono nulla, con il nigeriano e l’ex laziale che vanno ad occupare esattamente quelle che erano le posizioni di Alvarez e Milito. Entra anche Poli al posto di Sneijder per un’Inter poco più abbottonata e ormai incanalata verso il successo. I ritmi sono inoltre più bassi nella ripresa, proprio come serve alla squadra nerazzurra, ordinata e tranquilla nel portare a Milano tre punti che riaprono la rincorsa al traguardo Champions.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Mer 25 aprile 2012 alle 18:24
Autore: Daniele Alfieri
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