Durante l'edizione pomeridiana di 'Tiki Taka' in onda su Italia Uno, è stato inevitabilmente toccato il tasto Ausilio. Il ds nerazzurro è nel bel mezzo della bufera a causa delle dichiarazioni rilasciate durante il suo intervento al Corso di perfezionamento in Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva alla Statale di Milano. Dal programma sono emersi nuovi dubbi volti a proteggere in qualche modo ciò che è stato detto dal dirigente nerazzurro. Fermo restando che colui che avrebbe dovuto agire da pompiere e allontanare le fiamme della contestazione e ha invece propagato l'incendio, rimane nell'occhio del ciclone, i commentatori si soffermano sul contenuto delle sue affermazioni: "quel che è stato detto, è vero oppure no? Seppure sbagliando, ha detto cose vere?" Ecco, è bene anche soffermarsi su questa domanda: di certo le responsabilità non possono ricadere su un solo individuo, nonostante quest'ultimo sia colui che ha condotto la campagna acquisti dell'estate scorsa. La società dietro al ds è forte come dicono? A tal proposito è stato interpellato anche Fabrizio Ravanelli, in collegamento da Ravenna: "Io posso prendere come esempio la Juventus. I bianconeri innanzitutto hanno uno zoccolo duro italiano all'interno dello spogliatoio che riporta sulla retta via chi va fuori strada. I 4-5 giocatori italiani che sono lì da tantissimo tempo (Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini, ndr) sanno trasmettere al gruppo cosa vuol dire essere alla Juventus". La società si vede anche negli interpreti del proprio organico, chiamati all'essere condottieri sia sul campo, che nello spogliatoio. 

Sezione: News / Data: Ven 19 maggio 2017 alle 22:26
Autore: Filippo M. Capra / Twitter: @innadifeelo
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