Altri tre giorni e, finalmente, ci metteremo alle spalle questa estenuante sessione di mercato estiva. Non che non abbia riservato grandi soddisfazioni, anzi. Rispetto al passato c'è la sensazione che finalmente la dirigenza nerazzurra abbia operato in modo saggio, sia in uscita sia in entrata. Quasi tutti gli obiettivi sono stati raggiunti, l'unico rammarico è il rinnovo di Edin Dzeko che Antonio Conte attendeva da tempo a Milano. Ma nella fattispecie Beppe Marotta e Piero Ausilio sono stati rapidi a rimediare virando su Alexis Sanchez, mica l'ultimo arrivato. Vero che intorno al Nino Maravilla ci sia più di una perplessità per l'ultimo anno e mezzo di carriera, proprio quello con la maglia del Manchester United. Il cileno non è riuscito a esprimere il suo talento, quello per cui José Mourinho lo aveva fortemente voluto a propria disposizione rinunciando a Henrik Mkhitarian in uno scambio piuttosto rumoroso. Un'autentica delusione per i Red Devils, che da quando Ole Gunnar Solskjaer siede sulla panchina ha perso il suo ruolo di star, relegato ad alternativa di giocatori meno noti e più giovani. Un percorso che ha portato Alexis a uscire dai radar dello United, fino al prestito secco all'Inter con metà ingaggio pagato dagli inglesi. Per la serie: prendetevelo, almeno risparmiamo qualche milione di euro.

Giusto nutrire dei dubbi, anche qualche infortunio patito in tempi recenti invita alla cautela. Ma la volontà con cui l'Inter, con il placet di Conte (ammiratore del cileno), si è fiondata sul classe 1988, tradisce la convinzione in capacità ancora intatte. Dopo anni ad altissimo livello, è impensabile che Sanchez abbia dimenticato come si fa la differenza in campo. Più scontato immaginare che, come avviene a ogni latitudine e longitudine, lui come altri grandi giocatori abbia patito un contesto poco piacevole a Manchester. Lo stesso Romelu Lukaku non è riuscito a esprimersi come avrebbe voluto e potuto, ma questo non ha frenato la voglia matta di Conte di averlo finalmente a disposizione. Anzi, ha agevolato l'uscita a condizioni ampiamente alla portata di entrambi. Operazioni di mercato sulla carta ottime, ma come sempre sarà il campo a dar loro il vero giudizio. Intanto il belga ha già conquistato i tifosi interisti, non c'è dubbio che Alexis, che abbia o meno il 7 sulla schiena, riuscirà a fare altrettanto se messo nelle condizioni ideali e sorretto dalla fiducia dell'ambiente. Un po' di pazienza, intanto diamo il benvenuto a una stella del calcio internazionale, che arriva a Milano con 8 anni di ritardo. Profilo di cui l'Inter ha fortemente bisogno per allinearsi alle big del calcio europeo come nelle ambizioni della proprietà.

In tal senso, merita un commento l'esito del sorteggio dei gironi di Champions, a cui i nerazzurri hanno partecipato per il secondo anno consecutivo. Ed è una bella, bellissima sensazione. Partendo dal presupposto che l'obiettivo è cercare di fare più strada avanti possibile, l'urna di Montecarlo è stata ancora una volta piuttosto antipatica. Barcellona, Borussia Dortmund e Slavia Praga completano un girone in cui per qualificarsi bisognerà mantenere sempre alta la concentrazione, a partire dall'esordio al Meazza contro i cechi. Rispetto alla scorsa stagione è andata anche meglio, perché la possibile seconda forza del gruppo, il BVB, è ampiamente alla portata di un'Inter meno inesperta e con più consapevolezza. Basterà far tesoro degli errori commessi e non ricaderci. Ovvio che poteva andare meglio, ma non c'è dubbio che anche a Barcellona, Dortmund e Praga la pensino allo stesso modo. Affrontare questa Inter non sarà una passeggiata per nessuno.

Anche perché la rosa che la dirigenza sta allestendo in questi giorni merita il massimo rispetto. L'Inter non va più considerata una banale mina vagante, ma un avversario in grado di potersi spingere oltre i propri limiti anche in campo internazionale. Giocatori come Diego Godin, Romelu Lukaku e Alexis Sanchez hanno tanta esperienza a certi livelli da poterne distribuire anche ai compagni più giovani. Con profili di questa caratura si costruiscono squadre in grado di reggere l'urto della Champions e di rimanere sopra il livello del mare costantemente, senza affondare. Continuità, questa sarà la parola chiave anche in Europa, ma non in questa singola edizione bensì in quelle a venire. Prima di sognare in grande bisogna consolidarsi ed è su questo aspetto che Suning sta lavorando. Ovviamente, le rose di almeno altre 9-10 squadre sulla carta sono superiori, ma da quest'anno sulla panchina dell'Inter siede un allenatore che alla carta non si è mai adeguato, spingendosi sempre oltre. E se in questi ultimi giorni di mercato riuscissimo a mettere le mani anche su un centrocampista di alto profilo (che ci manca, non nascondiamoci), pensare in grande sarebbe più facile per tutti.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 30 agosto 2019 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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