Alla presentazione del ritiro invernale di Abu Dhabi, Josè Mourinho ha parlato del più e del meno con i giornalisti presenti. Per iniziare, Josè ha difeso le sue opinioni ed il suo modo di fare con un "non sarò mai un leccaculo", poi ha proseguito col botta e risposta che vi proponiamo in versione integrale.

Mourinho, in Inghilterra hanno scritto che lei tornerà presto in Premier, è vero?
"Fin dal giorno in cui me ne sono andato da Chelsea avevo detto che sarei tornato e non ho cambiato idea. Pochi giorni fa, però, avevo anche spiegato che sarei rimasto all'Inter fino al 2012, ovvero fino alla fine del mio contratto. La realtà è che la gente preferisce sottolineare che tornerò in Inghilterra, piuttosto che rimarrò a Milano fino al 2012. E' vero, ho detto che un giorno tornerò là, ne sono sicuro. Ma non so se sarà nel 2012 o nel 2020. A Milano sto bene".

Pochi giorni fa, però, ha detto anche che l'Italia non la ama.
"Non ho parlato dell'Italia inteso come paese o del popolo italiano. Non sono nessuno per fare certi discorsi. Mi riferivo al rapporto con i giornalisti italiani che non è positivo. Anzi, lo definisco una 'guerra'. Per me la colpa di questa situazione è vostra, per voi è mia. Resta il fatto che si tratta di una guerra persa perchè voi siete tanti e uniti e io non ho possibilità perchè sono solo. Posso perdere una guerra, ma non perdo la mia personalità, la mia indipendenza e la mia libertà di pensiero. Non sarò mai un leccac... Sarò sempre indipendente e dirò sempre quello che penso. Anche se a tanti non piace. Gli episodi che sono successi nell'ultimo periodo per me sono finiti. Spero soltanto che il mio pensiero non sia strumentalizzato e che le mie parole siano riportate così come le ho dette".


Spera di avere Eto'o per la partita con il Chievo?
"Sì, lo spero. Se fossi Le Guen lo lascerei all'Inter fino al 6 perchè per me la cosa più importante è che un giocatore sia felice. Se vuole dare il suo contributo per la sua squadra di club che lo ha pagato molto e andare in Nazionale il giorno dopo, per me non ci sarebbero problemi. Due anni fa con il Barcellona per la coppa d'Africa è partito, è tornato a metà manifestazione, e poi è andato nuovamente in Africa. Stavolta la situazione mi sembra più semplice. In fondo, poi, il calcio africano credo debba molto a quello europeo in termini di esperienza e maturazione del movimento. Credo che Eto'o giocherà contro il Chievo. Forse mi sbaglio, ma mi aspetto rispetto".


Cosa pensa dell'acquisto di Pandev?
"La società non mi ha detto che lo abbiamo acquistato e io non ho chiesto nessuno. Tutti sanno che è un giocatore che mi piace perchè dà equilibrio alla squadra, ha un carattere che in campo si fa sentire e ci permetterebbe di utilizzare più moduli".

Cosa si aspetta dal 2010?
"Nel 2009 abbiamo vinto il campionato che per me e il mio staff è la competizione della verità. Durando 11 mesi ed essendo composta di 38 partite. La Champions League è la competizione dei dettagli dove la fortuna gioca un ruolo importante. E' vero, la fortuna bisogna cercarsela, guadagnarsela, ma nell'arco di un campionato infortuni, squalifiche ed errori degli arbitri non incidono, in un turno di eliminazione diretta di champions, sì'. Il 2009 mi è piaciuto e se mi dicessero che il 2010 sarà uguale, a me starebbe bene", ha concluso Josè.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 31 dicembre 2009 alle 13:14 / Fonte: Corriere dello Sport.com
Autore: Fabrizio Romano
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