Il centrocampo dell’Inter oggi è ancora un cantiere aperto. L’unica certezza, è il caso di dirlo per quanto sembri un paradosso, è sempre Esteban Cambiasso, colui che una buona fetta di tifosi volevano fino a pochi mesi fa il più lontano possibile da Appiano Gentile. Il resto è tutto in elaborazione, con Taider e Alvarez che ultimamente hanno preso possesso degli altri due posti in mediana. Nel frattempo, Mazzarri ha dovuto spostare in avanti Guarin e lasciare fuori Kovacic, la ‘vittima’ della rotazione in corso. Kuzmanovic, Olsen e Mudingayi, in tutto ciò, il campo non lo vedono proprio.

RIVOLUZIONE ALVAREZ - A rendere più complessa la rotazione è stata la ‘promozione’ di Ricky Alvarez a centrocampista, in virtù di una crescita tattica e agonistica che gli ha permesso di essere utile anche in fase difensiva. Un arretramento che ha permesso a Mazzarri di mantenere piedi buoni in mediana, ma che al contempo gli ha imposto l’avanzamento di Guarin, una sorta di cambio di posizione tra i due per necessità tattiche. Il Guaro, infatti, come fatto capire dallo stesso allenatore, si concede troppe pause e questo crea scompensi all’equilibrio del gioco. La soluzione, per non lasciare il colombiano in panca, è stata avvicinarlo a Palacio, zona poco adatta alle sue peculiarità di mezzala ma ideale per salvaguardare la struttura di gioco.

KOVACIC AI MARGINI - Con Guarin in campo contemporaneamente ad Alvarez, è inevitabile che gli altri due centrocampisti debbano avere spiccate doti difensive. Ergo, a rimanere fuori è il talentuoso Kovacic, più bravo a costruire che a interdire. Per il croato, con la mediana Alvarez-Cambiasso-Taider, l’unica chance è dietro Palacio (con inevitabile rinuncia a Guarin, che però rispetto al numero 10 ha una presenza fisica superiore pur con minore tasso tecnico). Mazzarri, per assicurare alla sua Inter un equilibrio tattico significativo, ha così trovato spazio a un altro centrocampista, togliendolo però alla prima punta e attirando così qualche polemica dall’esterno, soprattutto dopo qualche pareggio deludente.

CON LA SECONDA PUNTA - L’impiego di un secondo attaccante dipende dalla scelta dei centrocampisti, che devono avere caratteristiche difensive spiccate. Per mandare in campo Palacio e un’altra punta, Mazzarri oggi opterebbe per il terzetto Alvarez-Cambiasso-Taider, rinunciando così sia a Guarin sia a Kovacic. Scelte sofferte, senza dubbio, considerate le qualità di entrambi. Nella fattispecie, sarebbe Ricky a dover supportare il reparto d’attacco, agendo da mezzala in difesa e da trequartista in attacco, per una sorta di 3-4-2-1 con Palacio libero di muoversi dietro l’attaccante centrale.

L'EQUILIBRIO SU TUTTO - È noto comunque che il tecnico in questo momento non voglia rischiare la seconda punta, perché teme di scoprire troppo il centrocampo e si fida delle qualità dei suoi mediani nell’attaccare gli spazi e aggredire l’area avversaria. Finora è andata piuttosto bene, lo testimoniano i 30 gol messi a segno in 13 giornate di campionato (miglior attacco), ma in certi casi un aiuto offensivo sarebbe gradito, soprattutto contro avversari che giocano dichiaratamente difesa e contropiede. A Bologna, ultimo esempio in ordine cronologico, un uomo d’area di rigore sarebbe tornato utile alla luce dei numerosi cross arrivati dalle fasce.

IN CASO DI NUOVO INNESTO? - Se a gennaio arrivasse un altro centrocampista bravo in entrambe le fasi (Nainggolan?), Mazzarri potrebbe contare sul recupero di Milito e rilanciarlo in coppia con Palacio. Ma a perdere il posto, a meno di una dimostrazione di crescita nella continuità, sarebbe Guarin, oggi considerato comunque un punto fermo a prescindere dalla posizione in campo. Un passo più indietro, Kovacic, che vedrebbe così assottigliarsi le chance di diventare protagonista di questa Inter. Senza considerare Taider, che da titolare verrebbe dirottato in panchina assieme ai due sopra citati.

TIFOSI SBILANCIATI - I tifosi vorrebbero vedere Milito-Palacio in attacco e un centrocampo con Kovacic, Guarin e Alvarez. Sarebbe da sogno per la qualità offensiva sprigionata, ma dietro lascerebbe dei varchi clamorosi che farebbero la gioia di qualsiasi squadra più organizzata, anche di seconda fascia. Un rischio che Mazzarri non può permettersi, soprattutto dopo l’ultima stagione colabrodo dell’Inter. Tra l’altro, considerando che gli esterni sono attaccanti aggiunti, sopra la cintola la squadra sarebbe a trazione super anteriore e abbandonerebbe il terzetto difensivo al proprio destino. I tifosi pertanto dovranno accantonare le loro aspirazioni, dando credito a un allenatore che bada al sodo e riesce comunque a proporre un’Inter offensiva a prescindere dagli undici in campo. Ma lo stesso Mazzarri vorrebbe tornare a giocare con le due punte e non è escluso che con gli interventi sul mercato di gennaio non possa permetterselo. Con l’ipotesi, inquietante, di accantonare giocatori ritenuti oggi irrinunciabili.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 27 novembre 2013 alle 15:02
Autore: Redazione FcInterNews / Twitter: @FcInterNewsIt
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