Inter spenta? 2014 con un rullino da retrocessione? Tutto vero ma, forse, una situazione che poco a poco i nerazzurri e Mazzarri si stanno gettando alle spalle. Se la vittoria contro il Sassuolo era fondamentale per uscire da una crisi di punti, quella contro la Fiorentina lo è stata per ridare credibilità a una squadra in ombra da troppe giornate.

Mazzarri e il gruppo sono stati, a ragione o meno, sotto l’occhio del ciclone per settimane. Ora al tecnico e ai giocatori va tributato quel che spetta loro, senza dimenticare che un campionato si vince giocando tutte le settimane come a Firenze. 
In particolare Mazzarri è riuscito ad evolvere la sua idea di gioco e adattarla, nel 2014, alle nuove opportunità che gli offriva questa rosa. In tre mosse (una per reparto) il tecnico ha messo provvisoriamente a posto, o sta lavorando per farlo, le lacune mostrate dalla squadra. 

In difesa serviva un leader come Walter Samuel. Da quando è rientrato il Muro il reparto intero funziona meglio. Juan soprattutto, come l’anno scorso, necessitava di una guida con esperienza (l’argentino è perfetto per tenere il brasiliano con la testa in partita). Mossa decisiva, ma che poteva fare chiunque? Forse, ma Mazzarri senza pensarci sta facendo accomodare in panchina il fedelissimo Campagnaro per la sorpresa (nessuno ci avrebbe scommesso) Rolando. Ranocchia e Andreolli aspettano, e sono destinati a farlo a lungo, pagando la prematura uscita dei nerazzurri dalla Coppa Italia. WM ha trovato il suo equilibrio e difficilmente scombinerà le carte. Poco importa se l’argentino andrà in scadenza a giugno, il suo ritorno ha dato il cambio di passo e da qui a fine stagione il guerriero non si tirerà certo indietro.

La mediana "fantasia e qualità" versione 2014 resta la vera invenzione del tecnico. Con Alvarez e Cambiasso, sempre presenti nel girone d’andata, out per infortunio, niente allarmi, ma spazio a Hernanes (e ci mancherebbe) e con lui niente mediani, bensì Kuzmanovic e Guarin. Il serbo è sempre stato un beniamino del tecnico e lo sta ripagando della fiducia data. Non un incontrista vero e proprio, ma un giocatore intelligente e con il fisico giusto per dare una mano anche alla difesa. Non avrà i piedi da regista, ma Kuz fa girare la sfera e ha la tranquillità per gestire il pallone in quella zona nevralgica di campo. Senza dimenticare che, a fianco dell’acquisto Hernanes (la sua qualità serviva come il pane), si è risvegliato Fredy Guarin, vera sorpresa post gennaio. Il colombiano è il vero nuovo acquisto dei nerazzurri, un altro giocatore rispetto a quello altalenante visto nel girone d’andata. La ventata Hernanes sembra essere servita anche a lui e Mazzarri ora si gode il Guaro ritrovato.

Il reparto offensivo nel girone d’andata faceva rima solo e soltanto con Rodrigo Palacio. "Perché solo una punta?" Questa la critica al tecnico. Semplice, perché Mazzarri di punta ne ha avuta a disposizione quasi sempre una sola (Milito e Icardi ai box e Belfodil oggetto misterioso, almeno tatticamente). Il nuovo anno ha restituito il Principe al tecnico, anche se part time, e si è subito passati alle due punte. I risultati pian piano si vedono, come l’affiatamento crescente con il Trenza, che ringrazia per gli spazi in più e le minori attenzioni dei centrali avversari. La vera scommessa è però il killer (così lo ha definito Thohir, e chi può dargli torto) Icardi. Non ancora impiegato dall’inizio, ma solo per una condizione non ottimale, Maurito nella serata del Franchi ha lanciato un segnale forte e chiaro. È bastato poco meno di un tempo e i tweet sono diventati un ricordo, nefasto, ma passato, che lascia spazio al campo e ai gol, di cui l’Inter aveva tremendo bisogno. L’argentino è pronto a raccogliere il testimone da Milito e a trovare spazio da qui a fine stagione, scacciando le voci che lo vedevano lontano, o addirittura finito, e rilanciando la candidatura per essere al centro del progetto futuro (si spiegano anche i “no” alle ipotesi di partenza a gennaio, Monaco in testa).

Tre semplici mosse: un leader difensivo, più fantasia in mediana e le due punte. Con questa ricetta Mazzarri ha cambiato l’Inter nel nuovo anno per puntare all’Europa e tornare a stupire. Ora l’obiettivo è trovare continuità e la testa va subito alla prossima gara, ma con lo spirito visto a Firenze. Se poi a decidere le partite c’è un giovane killer anche Thohir ha un motivo in più per sorridere.
 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 17 febbraio 2014 alle 00:00
Autore: Luca Pessina / Twitter: @LucaPess90
vedi letture
Print