Ufficialmente, si tratta di due entità che appartengono a due mondi diversi in tutto e per tutto, non solo in ambito geografico: Grumo Appula è una piccola e ridente cittadina dell’entroterra barese, che conta poco più di 13mila abitanti e si è caratterizzata per l’economia prevalentemente di tipo agricolo, almeno fino agli ultimi anni; caratteristiche completamente differenti da Giacarta, capitale dell’Indonesia, centro economico e finanziario di primaria importanza nel continente asiatico, cuore pulsante di un’economia emergente a livello mondiale. No, non sembrano proprio esserci punti in comune tra il paesino nel cuore della Terra di Bari e la caotica e vivace megalopoli asiatica. Eppure, proprio in questi giorni, questi due luoghi hanno scoperto di avere un filo rosso che li collega.

E’ stata indubbiamente la dichiarazione che ha fatto più scalpore negli ultimi giorni: Erick Thohir ha ricevuto la visita di una troupe di Sport Mediaset, con la quale si è confessato in attesa del suo approdo in Italia per prendere ufficialmente possesso dell’Inter, o perlomeno della maggioranza di essa. Tra le tante affermazioni, una in particolare è balzata all’occhio: “Qual è stato il mio giocatore preferito all’Inter? Dico Nicola Ventola, perché son tutti buoni a fare il nome di Karl-Heinz Rummenigge, ma bisogna conoscere anche gli altri”. Già, proprio Nicola Ventola, il personaggio più illustre nato a Grumo Appula insieme all’attore e regista Sergio Rubini; non Youri Djorkaeff, Ronaldo, Roberto Baggio, Christian Vieri, ma proprio lui, Nicola Ventola. Una dichiarazione di stima verso un giocatore ‘insospettabile’, che probabilmente ha lasciato un po’ così tutti quanti.

In tanti si sono prontamente scatenati nel setacciare quelli che possono essere i motivi di cotanta ammirazione nei confronti dell’ex attaccante nerazzurro; la spiegazione più immediata sarebbe legata alle origini della moglie di Ventola, la modella Kartika Luyet, bellezza di prima categoria che in Italia abbiamo iniziato a conoscere e apprezzare grazie a uno spot pubblicitario dove era protagonista insieme a dei granchietti birichini. Non sono mancate le ironie, oppure i dubbi anche pesanti sull’effettiva competenza calcistica di Thohir. Ma forse, da stranirsi c’è ben poco: in primo luogo, perché Erick Thohir, comunicatore di mestiere e quindi dotato di una virtù innata sotto questo punto di vista, usando il nome di Nicola Ventola ha voluto dimostrare una cosa in particolare: quella di avere studiato la storia dell’Inter, imparato quali sono i giocatori che sono passati negli anni (basti vedere il parallelo con Rummenigge); soprattutto ha provato a capire quella che è la storia dei ‘gregari’, perché le stelle le conoscono tutti.

In questo senso, il nome di Nicola Ventola non dovrebbe poi suscitare tanto stupore: la storia dell’attaccante pugliese con l’Inter è stata fin troppo avara di soddisfazioni, per il grande spirito di sacrificio che Nick ha messo sul campo ogni qualvolta è stato chiamato in causa. I nerazzurri lo adocchiano quando, ancora giovanissimo, si fa notare con la maglia del Bari, e nel 1998 arriva a Milano, dopo però essere passato da un lungo stop per un grave infortunio al ginocchio rimediato a Empoli per un intervento scomposto di Daniele Baldini. Sembra destinato ad essere l’ultima scelta in un attacco che annoverava gente come Ronaldo, Baggio, Kanu, Zamorano. Ma alla prima di campionato 1998-’99, Ventola salva l’Inter dalla disfatta a Cagliari riacciuffando da solo il pari da 2-0. L’inizio di campionato è da 5 gol in 5 gare, poi arrivano altri guai fisici, intervallati da grandi ed effimere gioie come il gol al Manchester United nello sfortunato quarto di finale di Champions League, e  i prestiti a Bologna e Bergamo, dove gioca bene meritandosi il ritorno alla base nel 2001. 

Anche quest’anno, Ventola parte alla grande, accettando ben volentieri di supplire all’assenza delle stelle Vieri e Ronaldo, si fa notare soprattutto in Coppa Uefa dove segna 5 reti, ma poi i rientri dei titolari lo confinano nuovamente nelle posizioni di rincalzo delle gerarchie di Hector Cuper. La sfortuna, intanto, continua a tartassarlo costringendolo a saltare l’intero campionato 2002-2003, poi una stagione a Siena e il definitivo addio all’Inter, nel 2004, destinazione Crystal Palace. Non si è mai tirato indietro di fronte alle avversità, il buon Ventola, che forse avrebbe meritato davvero qualche soddisfazione in più coi colori nerazzurri.

Ventola ha accolto con piacere le parole di Erick Thohir, affermando di essere lieto che il nuovo patron nerazzurro abbia apprezzato il cuore e lo spirito di sacrificio messi sul campo. Al di là di battute e riferimenti familiari, Nicola Ventola, a suo modo, può essere un simbolo, quasi un archetipo, dell’Inter che magari ha in mente Erick Thohir: non solo l’Inter del think glocal, ma anche quella dei giocatori non campione del pedigree ma pronti alla lotta e a sudare per difendere questi colori. A suo modo, un segnale importante. Tra la Puglia e l’Indonesia. 

Sezione: La Rubrica / Data: Lun 28 ottobre 2013 alle 00:30
Autore: Christian Liotta
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