Il 2013 di Rodrigo Palacio non è iniziato nel migliore dei modi, vista la prestazione offerta con l'Udinese. Ma l'attaccante argentino ha fiducia in sé e nella sua Inter, e lo dimostra parlando ad un quotidiano locale argentino, per il quale fa un bilancio del suo 2012 e parla a tutto tondo della sua nuova squadra e delle aspettative per questa stagione. FcInterNews.it vi propone le sue parole: "Credo che sia stato un buon 2012, nonostante i primi sei mesi dove mi son ritrovato a combattere per la salvezza con il Genoa. Per fortuna ho realizzato dei gol che oltre alla salvezza per i rossoblu mi hanno consentito di raggiungere l'Inter, con tutto quello che significa arrivare in un club di grande importanza europea come quello nerazzurro. All'Inter ho iniziato bene, segnando molto, anche se da un po' mi sono fermato". 

Palacio ha avuto un adattamento ottimo nel nuovo ambiente: "Certo, perché all'Inter ho incontrato diversi giocatori che già conoscevo, per averli incontrati nella Nazionale argentina o per averli affrontati. Mi hanno dato una mano per farmi sentire parte di questa squadra da subito. Ho avuto anche la fortuna di arrivare insieme a Matias Silvestre, un grande amico, che conoscevo dai tempi del Boca, ma anche Diego Milito mi ha dato una grossa mano". L'attaccante non nasconde poi la propria sorpresa nell'impatto con un gruppo che definisce "dalla grande umanità. C'è gente che ha vinto tutto ma è rimasta comunque umile, semplice. Ed è per questo che sono felice di essere qui".

Sin da subito Palacio ha dato una mano a questa squadra: "Sapevo della qualità di questo gruppo, poi ho avuto la fortuna di segnare gol importanti e ho acquisito fiducia. Adesso è da un po' che non gioco come vorrei, però so bene che è normale perché non in tutte le partite si può segnare. Il mio bilancio è comunque positivo. All'Inter creiamo più occasioni che al Genoa, so solo che devo restare tranquillo negli ultimi metri, per scegliere l'opzione migliore per segnare. E inoltre, sappiamo tutti che all'Inter c'è Milito che è un vero goleador, ancora più di me. E poi c'è Cassano, che dà molti assist ma vede la porta".

La rincorsa alla Juventus sembra essersi complicata, ma Palacio ha comunque fiducia: "Sono un'ottima squadra, ma abbiamo la speranza di lottare fino alla fine. Mancano 19 partite, c'è tutto il tempo, ma dobbiamo innanzitutto pensare a noi stessi, a correggere gli errori e migliorare. L'obiettivo primario è la qualificazione alla Champions League, ovviamente. Ma siamo una grande squadra in grado di lottare su tutti i fronti". 

Anche per l'Europa League? "Ovviamente. Adesso arrivano le partite importanti anche in Europa, vedremo dove arriviamo. Adesso sarà più difficile, perché arrivano anche le retrocesse dalla Champions League, però noi siamo l'Inter e dobbiamo incutere timore nei nostri avversari. Abbiamo l'obbligo di lottare fino in fondo per l'Europa, però, se potessi scegliere, preferisco la qualificazione alla prossima Champions". L'Inter è in corsa anche per la Coppa Italia: "Adesso affronteremo il Bologna, le possibilità di passare il turno sono alte. Però dobbiamo andarci con cautela, perché i rossoblu hanno eliminato il Napoli". 

Cosa desidera Palacio per il 2013? "Personalmente, finire bene la stagione e affermarmi nella squadra. Alla squadra auguro di vincere qualcosa. Poi, voglio che la mia famiglia stia bene, e voglio continuare a crescere sotto ogni aspetto. Se penso al Mondiale 2014? Sappiamo che manca sempre meno, però per avere la speranza di andarci devo fare bene con l'Inter. La squadra sta facendo bene, si sta creando un gruppo molto unito".

Inevitabile tornare alla gara di Coppa Italia contro il Verona, quando coraggiosamente Palacio ha preso il posto in porta dell'infortunato Castellazzi esibendosi anche in un'ottima parata su Carrozza: "In Italia se ne è parlato per tutta la settimana, e so che anche in Argentina è arrivata la notizia. E' stata una sensazione molto bella che di certo caratterizzerà il resto della mia carriera". Una scelta arrivata quasi all'improvviso, come ricorda lo stesso giocatore: "Dopo che Castellazzi ha dovuto lasciare il campo, il primo a proporsi è stato Cristian Chivu. Ma quando si è avvicinato alla panchina, è arrivato l'ordine di mettere tra i pali o Alvarez o me. Siamo rimasti un po' stupiti quando ce l'ha detto, ho detto a Ricky di andare lui, ma lui mi ha detto che spettava a me perché ero più anziano. Ero un po' nervoso, perché iniziavo la partita con un calcio d'angolo contro. Mi son passate un sacco di cose per la testa, del tipo che avremmo pareggiato e che saremmo andati ai supplementari. Ho anche lanciato la prima palla a tutti fuorché a un compagno. Poi ho preso maggior fiducia. Fino a quell'intervento che ha fatto venir giù lo stadio. Tutti ridevano, anche Zanetti, anche io ma dal nervoso. Non mi rendevo conto del salvataggio che avevo fatto in quel momento, ma è stato piuttosto divertente".

Ha influito il suo passato da giocatore di pallacanestro? "Non credo, però Milito mi ha detto che nella scelta di Stramaccioni ha pesato proprio questo. Se tornerò in porta? Non lo so, però adesso vanto credito in quel ruolo. Sarà un marchio nella mia carriera". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 07 gennaio 2013 alle 15:45 / Fonte: La Nueva Provincia
Autore: Christian Liotta
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