Onore al merito della Juventus di Antonio Conte, che ha approfittato come meglio non poteva del mezzo passo falso del Milan facendo diventare sin dall’inizio della partita piccola così la Roma di Luis Enrique regolandola con un perentorio 4-0 che non ammette repliche con annesso gesto di ‘revanche’ di Lichtsteiner che, da ex laziale oltre che da attuale bianconero, sventola le quattro dita in faccia a Lamela (che per tutta risposta gli sputa...). Vittoria che vale per la Signora un’ipoteca pesante sul campionato 2011-2012, un trofeo che vista comunque la continuità del gioco espresso e la capacità di reazione nei momenti di difficoltà è giusto definire meritato. Tutto questo in un campionato che, al di sotto del duopolio Juve-Milan, continua a vivere di paradossi e di un estenuante ciapanò, con l’Inter che, malgrado il passo falso di Firenze, più grazie all’aritmetica che alla logica continua ad appigliarsi a quella flebile speranza di Champions. Ulteriore segnale di un torneo la cui mediocrità è da tempo accertata.

Onore al merito della Juventus, dicevamo, anche se, come si suol dire, hic sunt leones: già, perché qualora alla fine fossero proprio i bianconeri, come ormai sembra, a tagliare il traguardo a braccia alzate, immediatamente scatterà, è già scritto, la querelle: quanti sono questi scudetti? Perché c’è in ballo la famosa questione della possibile terza stella da cucire sulla maglia la prossima stagione. Perché in casa Juventus il concetto è ben chiaro, i titoli nazionali vinti continuano a essere 29 malgrado nell’albo d’oro ce ne siano due in meno in seguito a noti fatti avvenuti qualche anno fa. Il problema, però, nasce a monte, dal fatto che non ci sia nemmeno un comma nei regolamenti che certifichi il riconoscimento ufficiale della stella quale sinonimo di dieci campionati vinti. E quindi, qualora arrivasse il fatidico tricolore, logicamente l'assist sarebbe bello e servito. 

Cosa farà Andrea Agnelli, presidente della Juve? Nei giorni scorsi, interrogato a riguardo, ha detto di non avere ancora idea di come gestire l’eventuale situazione. Ma queste dichiarazioni di prudenza sembrano perdere di consistenza di fronte a tanti, troppi segnali: per citare il primo e l’ultimo, dal numero 29 sventolato sotto il naso del presidente federale Giancarlo Abete la sera dell’inaugurazione dello Juventus Stadium, fino al riferimento nemmeno troppo implicito apparso quest’oggi su un ben noto quotidiano. Insomma, cosa farà Agnelli? Ma soprattutto, cosa farà la Figc? Davvero lascerebbe passare senza intervenire questa sorta di auto-determinazione dei titoli, una mossa del tipo: “Noi siamo noi e voi non siete un…”, per dirla in stile Marchese del Grillo? Serve una dichiarazione d’intenti il più in fretta possibile, un qualcosa per colmare questo vacuum che rischia di diventare spinoso, se no non dovremmo sorprenderci di fronte ad eventuali azioni di “rappresaglia” da parte di altre società che potrebbero cucirsi altre stelle in quantità in virtù di chissà quali principi, o chissà quali altre opere di fantasia.

Chiariamoci: non si tratta di guardare in casa d’altri o di distogliere l’attenzione dal momento dell’Inter, tanto ormai i fatti sono noti a tutti e ormai tutti hanno la loro opinione in merito, e ora che siamo a fine campionato bisogna solo attendere il risultato finale e poi ragionare sul futuro (considerando anche che le sentenze sul nuovo scandalo scommesse potrebbero ribaltare la classifica e tutti i discorsi, è necessario ricordarlo). Ma qui si tratta di guardare in casa di tutto il calcio italiano e delle sue istituzioni: calcio italiano che si è visto tirare una nuova picconata alle sue già fragili fondamenta con i fatti di Genova (questo mentre, in Inghilterra, i tifosi del Wolverhampton applaudivano e sventolavano sciarpe in onore dei propri beniamini dopo la retrocessione aritmetica in Championship), e che si prepara a vivere l’ennesima estate bollente proprio per il caso di Scommessopoli appena citato. Aggiungere quest’altra diatriba minerebbe ulteriormente la credibilità del pallone nostrano e di chi lo regge. Ammesso e non concesso, però, che di questa situazione importi ancora qualcosa a qualcuno…

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 23 aprile 2012 alle 13:00
Autore: Christian Liotta
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