L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport analizza i cinque motivi del flop dell’Inter sul campo dell’Empoli, dalla scarsa forma all’assenza di un regista in grado di impostare l’azione.

1 - UN REGISTA PLEASE - La bella coppia (contro il Genoa) Guarin-Medel s’è inceppata: troppo chiedere al primo di fare lo scolaretto esemplare sempre; troppissimo pretendere dal cileno l’avvio dell’azione. Così, il gioco lo devono spesso fare i tre dietro la punta (perché il lancio lungo è giustamente soppresso): rientrando, ripartendo, strappando. Non è successo. Per questo serve un uomo di regia, che dà tempi e congela: per dare meno campo da coprire agli offensivi e per tenere alta la squadra. Che ieri non lo è stata mai, rattrappita dai giochi di Valdifiori e dagli uno-due fulminanti dell’Empoli . 

2 - KOVA PER HERNANES - Il Mancio decide che Kovacic deve stare giù ed Hernanes in campo: poi il Profeta dà una bella palla, fa un tiro ma oggi non fa la differenza e non è nemmeno quello che ti dà i rientri sui quali Kovacic è stato istruito da anni. Mettere Mateo significa avere lo spunto davanti e l’avvio da dietro perché spesso rincula per ripartire. «Vorremmo far giocare Mateo da interno - fa Mancio - ma ad ora è più portato ad offendere». Ovunque lo metti, basta metterlo. 

3 - SHAQ, PODO E RODRI - Il tedesco comincia, lo svizzero parte dopo. Impastato il primo, vivace ma imballato l’altro. Quanto bisogna attendere per vedere i fulmini dai due reattori? Ancora un po’, ma la rimontona non può più attendere. E poi c’è il problema Palacio: rimandata la ripulitura alla caviglia, non è più il tipo da rincorrere una palla in profondità. E la palla in profondità gli è stata data 4 volte. Icardi giocava con la febbre: forse andava spostato Poldi centravanti, inserito Kovacic per Hernanes e tolto Icardi. 

4- PERSONALITA’ - San Handanovic, il migliore, la dice sempre netta e tagliente. «Bisogna avere più personalità in certe zone del campo e giocarla di più. Abbiamo giocato abbastanza male». L’Inter non teneva palla (alta e no), non ripartiva, andava lenta e si sfilacciava, tramortita dalla rapidità di pensiero e di piedi dell’Empoli: c’era una mollezza antica in questo atteggiamento. «Squadra organizzata che non butta mai via la palla: dovremmo fare come l’Empoli» dice Mancio. E farlo senza l’aria snob di chi pensa di venire al Castellani come a un’amichevole d’agosto in Trentino. 

5 - FIATONE E GIOCHI - In settimana i giocatori sono stati un po’ spremuti fisicamente. Sono i richiami, ci sta. L’Inter prima partiva alla grande, stavolta è stata aggredita e non ha reagito come allo Stadium. La riequilibratura è fondamentale. E anche la didattica: saper come giocare accorcia le sfacchinate.

Sezione: Rassegna / Data: Dom 18 gennaio 2015 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
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