Simone Colombarini, patron della Spal assieme al padre Francesco, racconta tutta la sua emozione di giocare per la prima volta a San Siro a Tuttosport. "A San Siro, allo Juventus Stadium, all'Olimpico. A Roma siamo già stati e siamo riusciti a uscire indenni. Dobbiamo pensare di potercela giocare con tutti. Dico sempre che dobbiamo essere umili ma non troppo. E' uno dei nostri slogan". 

Arrivate a Milano contro l'Inter da imbattuti. 
"Qualcuno forse pensava che dopo 180 minuti non avremmo avuto un punto e saremmo già stati spacciati con un piede in Serie B. Invece abbiamo rotto il ghiaccio in modo positivo. Abbiamo appena quattro punti, non è ancora niente, ma è sicuramente aumentata la consapevolezza di potercela giocare con chiunque. Solo così possiamo sperare di restare in Serie A". 

Che atmosfera si respira a Ferrara alla vigilia di questa sfida storica? 
"E' da 50 anni che la Spal non gioca a San Siro in campionato. Tanti testimoni di quelle partite non ci sono più. E tanti ragazzi, fino a poche stagioni fa, non avrebbero nemmeno potuto immaginare di vedere la Spal a questi livelli. Siamo riusciti a unire due generazioni. I tifosi più anziani possono raccontare certe emozioni ai più giovani che ora hanno l'opportunità di riviverle". 

Cosa prova, da titolare di un'azienda italiana che vende in tutto il mondo, ad affrontare una big di A con una proprietà straniera? 
"E' strano, ormai tante grandi sono in mano a imprenditori provenienti dall'estero. Forse dovremo formare un'alleanza di club medio e piccoli con presidenti italiani come Chievo, Udinese e Sassuolo". 

Che squadra del cuore aveva in Serie A? 
"Da bambino ero tifoso del Milan, ma non considero un derby personale la partita di domenica. Da tempo mi interesso solo ai risultati della Spal. Anche quando eravamo in Lega Pro non chiedevo mai come erano finite le partite della massima divisione". 

I giocatori di maggiore esperienza, come Borriello, aiuteranno i compagni a capire cosa serve per non avvertire l'emozione di giocare a San Siro? 
"Ci siamo già passati a Roma ed è andata bene. Stiamo comunque parlando di ragazzi che devono passare bene il pallone e calciare verso la porta. Ma sicuramente non sarà facile giocare davanti a 60.000 persone. Gli elementi più esperti aiuteranno a superare i primi 5-10 minuti che saranno i più difficili. Senza dimenticare il nostro slogan: Umili ma non troppo".

Sezione: L'avversario / Data: Ven 08 settembre 2017 alle 16:58 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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