Quella contro la Juventus sarà una gara molto particolare per Felipe Melo, che in bianconero ha vissuto due stagioni (2009-2010 e 2010-2011) senza però riuscire a entrare nel cuore dei tifosi juventini. Bianco e nero, gli stessi colori che si ritroverà di fronte domenica sera nel big match del 'G. Meazza' in 90' carichi di significato, agonismo e, soprattutto, voglia di raggiungere il risultato. A due giorni da questo importante appuntamento, il centrocampista classe '93 di Volta Redonda concede un'intervista molto interessante a Repubblica, analizzando ovviamente anche l'imminente derby d'Italia.

Lei è veramente un 'cattivo' o sono gli altri a considerarla come tale?
"Non lo so. Sono cattivo? Ditelo voi che vedete e giudicate tutto. A me fa girare le palle sentir parlare certa gente dei miei falli".

Per questo è tornato in Serie A?
"Sono tornato per abbracciare un antico amore. Sette anni fa potevo diventare dell’Inter. Mi voleva Mourinho e io volevo lui. Finì che andai alla Fiorentina, poi alla Juventus e dopo al Galatasaray dove ho vinto moltissimo. Ma Dio mi voleva qui, si doveva chiudere un cerchio. La Juve è stato un errore, avrei fatto meglio ad andare all’Inter, così avrei vinto il Triplete. Domenica mi aspetto un avversario che merita rispetto, non sono morti".

Mancini l'ha voluta fortemente.
"Per me è un grande onore il fatto che mi abbia aperto le porte. Lui è il più importante tecnico della mia carriera, insieme a Luxemburgo, Emery e Terim".

Chiusura dedica alla Nazionale: "Al Mondiale in Sudafrica la stampa mi criticò, la gente no. Ora sogno di tornare a vestire la maglia verdeoro. A fine carriera farò l’allenatore o il commentatore tv. Il calcio è la mia vita".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 16 ottobre 2015 alle 11:06 / Fonte: Repubblica
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
vedi letture
Print