Lunga intervista esclusiva realizzata da Sky Sport con Beppe Marotta, che comincia parlando del lockdown: "Abbiamo vissuto il momento con grande preoccupazione, la morte serpeggiava con grande frequenza. Come uomo di calcio, dico che lo sport è un viatico della vita, quindi il riprendere l'attività serve a dimenticare i momenti brutti". 

L'Inter fu la prima a capire la gravità della situazione. 
"Zhang all''inizio è stato mal compreso, la sua esternazione era frutto di una preoccupazione forte per quello che stava accadendo in Italia dopo gli indizi che arrivavano dalla Cina. Noi eravamo polemici per la disputa di Juve-Inter, quello è stato il segno premonitore di una situazione che è degenerata in una pandemia mondiale". 

La ripartenza e la minaccia di mandare la Primavera a Napoli.
"La sicurezza c'è, è giusto riprendere. Più che volere, dobbiamo riprendere a giocare. Lo facciamo nel migliore dei modi con un protocollo redatto, ci avventureremo in un epilogo strano e inaspettato. Con una domanda: in un mese e mezzo dovremo fare 15 partite come Inter, un grande stress agonistico. Il rischio di infortuni è elevato perché gli avvenimenti sono ravvicinati e arrivano dopo una sosta forzata senza precedenti nel calcio. La nostra è una preoccupazione legittima".

Playoff e algoritmo.
"Questa situazione la vedo come remota ed estrema. Quando partiremo il 20 giugno, ci saranno gli elementi per portare a termine il campionato. Capisco l'apprensione del governo di far passare un protocollo rigidissimo, nel quale c'è la quarantena: questo è un limite, qui ci affidiamo al buon Dio per vedere un epilogo naturale del torneo". 

Obiettivo scudetto.
"Ogni situazione non è assolutamente preclusa, bisogna ripartire con la stessa volontà e determinazione che avevano all'inizio della stagione e che ha portato i suoi frutti importanti successivamente - le parole dell'ad nerazzurro -. Ci sono ancora 13 partite, tanti punti a disposizione: tutto può succedere. Prendiamo l'imprevedibilità come slogan".

Il vantaggio di avere una proprietà solida come Suning.
"Abbiamo grandi garanzie, forti motivazioni all'interno del percorso iniziato l'anno scorso; dobbiamo alzare l'asticella, assieme al livello qualitativo della squadra nel rispetto dei parametri dell'azienda che sono condizionati dalla pandemia. Le entrate sono a rischio, a seguito delle difficoltà di sponsor e broadcaster". 

Lautaro Martinez. 
"Vogliamo rafforzare l'assetto della squadra, all'interno della quale c'è Lautaro, un giovane interessante che da talento sta diventando un campione grazie a Conte, al supporto della società e a se stesso. L'Inter, come tutti i grandi club, non tende a vendere, però anche qua c'è una clausola che scade il 7 di luglio; vediamo cosa vorrà fare il Barcellona, poi ci ritroveremo con lui. Oggi conta che il giocatore dia il suo contributo alla squadra per regalare grandi soddisfazioni a tutti". 

Tonali e la linea Marotta.
"La linea Marotta non esiste, esiste un progetto Inter portato avanti assieme ad Ausilio - un ottimo ds - che consiste nel creare un modello dove si cerca di fare un giusto mix tra giovani, possibilmente italiani, e meno giovani. Coi primi purtroppo non si vince, servono giocatori d'esperienza, sempre nel rispetto dell'equilibrio economico-finanziario. Non ho risposto su Tonali? E' esattamente così (ride ndr)". 

Marotta, poi, spazza via le voci circolate negli scorsi giorni che lo dipingevamo come sul punto di dire addio al club milanese: "Sinceramente è una fake news, io sto molto bene all'inter, non ho motivo di lamentarmi. Finché c'è la mia motivazione e la mia soddisfazione continuerò con molto piacere. Spero di potermi togliere, assieme alla proprietà e ai tifosi interisti, delle belle soddisfazioni a livello di trofei". 

La cessione di Icardi.
"E' stata un'operazione che consideriamo molto positiva, nata - come sapete - da un prestito con diritto di riscatto, esercitato dal Psg con un nostro sconto. L'affare ha trovato tutte le parti soddisfatte, del resto questo era un percorso già segnato l'anno scorso. Siamo tutti felici e contenti". 

Il futuro di Nainggolan.
"L'obiettivo dell'area tecnica è di valorizzare il proprio asset, e Nainggolan è una risorsa importante. Finito il tesseramento al Cagliari, tornerà con noi e valuteremo con lui quale sarà il futuro migliore per tutti". 

Il peso della Lega Serie A nel sistema calcio italiano dopo le decisioni prese dal Consiglio Federale.
"Credo non ci siano vincitori o sconfitti - spiega commentando la vittoria della linea Gravina -. C'è una situazione abbastanza anomala perché oggi siamo stati messi dietro la lavagna. Abbiamo preso uno schiaffo morale, abbiamo perso la nostra rivendicazione: 3 voti contrari alla delibera e 18 a favore alla fine depongono per uno scenario che ha bisogno di una rivisitazione della governance, che forse non rispecchia il peso specifico della Serie A. Gravina ha grande esperienza e competenza, lo stimo. Io oggi posso criticare il sistema di governo nel calcio in Italia, un sistema molto ancorato a una volontà decisionale che spetta a tante componenti. E' giusto che la Serie A abbia una sua autonomia come avviene in Inghilterra con la Premier League". 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 09 giugno 2020 alle 12:15
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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