Dieci giugno mentre scrivo, 11 se in questo momento avete la pazienza di leggermi, e ancora niente all’orizzonte. L’Inter è ferma a Murillo, difensore colombiano che potrebbe essere tutto e il contrario di tutto ma che di certo non dà garanzie per il salto di qualità della squadra per l’anno prossimo. La situazione comincia davvero a essere preoccupante perché dopo le roboanti promesse della società i tifosi certo non si aspettavano di ricevere tanti no da parte dei big di tutta Europa. Insomma, come dice Mancini, l’Inter è sempre l’Inter. Oppure no? Siamo coloro che hanno fatto il Triplete 5 anni fa oppure senza Champions non valiamo nulla? Per ora sembra proprio che sia così. Ed ecco che abbiamo già visto sfumare Dybala, Benatia e l’ormai promesso sposo e figliol prodigo Touré. Con quale ottimsmo possiamo ora guardare ai prossimi due mesi di mercato? Senza poi considerare che Mancini voleva la rosa al completo per l’inizio del ritiro di Brunico e se prima questa richiesta era una “Mission: Impossible”, ora è pura fantasia. Sì, perché oltre a non aver comprato l’Inter non ha ancora venduto e, non per colpa sua, c’è pure da affrontare la “grana” Alvarez con il Sunderland che vigliaccamente non vuole pagare e rispettare gli accordi come da contratto.

C’è da dire però che l’Inter per ora si è mossa apertamente davvero solo per i top sopra citati: Dybala ha preferito la Champions e i titoli della Juve, e come dargli torto; Benatia gioca in una grandissima e ricchissima d’Europa come il Bayern e per muoverlo ci vogliono argomenti ben più convincenti di quelli in possesso dei nerazzurri; infine Touré, che non si è comportato proprio da uomo di parola. Gli altri nomi di “contorno” non hanno certo sbattuto in faccia la porta a Mancini e Ausilio. Per esempio dire che Mbia ha preferito il Trazbonspor all’Inter è un po' come sostenere che l’estate scorsa il Milan ha soffiato Bonaventura ai nerazzurri. Diciamo che è un distorcere leggermente la realtà. Mancini non ha voluto spingere l’acceleratore sull’ex Siviglia lasciandolo libero di andare in Turchia. Stesso discorso vale per Vietto, uno dei tanti giocatori osservati ma su cui nessuno in corso Vittorio Emanuele ha mai puntato l’all in. Oppure i presunti fallimenti su Pedro, Ayew, Kolarov eccetera eccetera. Se dovessimo prendere per vero ogni giocatore accostato all’Inter o ad altre grandi squadre non conteremmo più i rifiuti o gli obiettivi sfumati.

Non mi sembra infatti che, Juventus a parte, le altre italiane abbiano la squadra già fatta o abbiano portato a termine acquisti da capogiro. Ci sono squadre come Milan e Fiorentina che ancora devono “assumere” il nuovo allenatore. E allora diciamo le cose come stanno, tutte sono in grande difficoltà, non solo la società interista ma da quello che si legge o si ascolta emerge come quella che ha già ricevuto una decina di porte in faccia. Occhio, perché la gente tende a crederci sotto l'effetto dello sconforto. Quello però che è innegabile è che l’Inter sia sicuramente in ritardo sulla propria tabella di marcia e, a meno di clamorosi colpi a sorpresa, potrebbe rimanere così ancora per un po'. Sì, perché l’impressione che si ha è che non basti il carisma di Mancini per “comprare” gente di valore ma servano inevitabilmente i soldi. Thohir sembra non capire fino in fondo, c’è bisogno di aprire sul serio il portafoglio e c’è da farlo in tempi più che brevi. Nessuno vuole e può più aspettare, è ora di agire.

Felipe Melo e Thiago Motta sono sicuramente giocatori affidabili e di esperienza, ma per l’amor del cielo, davvero pensate che possano essere loro il punto di partenza per il rilancio definitivo dell’Inter? Melo potrebbe essere un buon cambio nella rosa, nulla più, mentre Motta conta 33 primavere e il suo passo non è mai stato così sostenuto neppure a 27. Andrebbero bene Motta e Melo con un Touré vicino ma da soli non fanno, secondo me, la differenza. Abbiamo bisogno di 2-3 big, uno per reparto, non di giocatori con un buon passato alle spalle ma con troppi minuti di carriera nelle gambe.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 11 giugno 2015 alle 00:00
Autore: Filippo Tramontana / Twitter: @filotramo
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