Un altro pareggio che delude le aspettative per l'Inter e che aumenta la lista dei rimpianti. Riavvolgiamo il nastro nella rubrica del lunedì "Da Zero a Dieci".

ZERO – Le ripartenze vere nella ripresa a opera dell'Inter. Nel momento di maggior pressione della Sampdoria, i nerazzurri avrebbero dovuto punirli in contropiede, la loro arma migliore da sempre. Invece squadra seduta sulle proprie gambe e Palacio abbandonato a sé stesso. Con Mazzarri che schiuma rabbia...

UNO – Il minuto che manca al 90' quando il meno sponsorizzato tra i 22 in campo, Renan, pesca il jolly che i compagni han cercato per tutta la ripresa. Una beffa che l'Inter però è andata a cercarsi con un secondo tempo rinunciatario.

DUE - I pareggi consecutivi dell'Inter, in due partite alla portata e che avrebbero potuto e dovuto sancire l'aggancio al Napoli e che invece lasciano i nerazzurri con tanti rimpianti.

TRE – I minuti che trascorrono dall'ingresso in campo di Renan al suo sinistro che batte Handanovic e regala un punto meritato alla Sampdoria. Segno del destino, Mihajlovic azzecca all'ultimo respiro la mossa vincente.

QUATTRO - I punti persi dall'Inter nelle ultime due partite, affrontate non con lo spirito giusto e soprattutto giocando male, specie nel secondo tempo contro i blucerchiati.

CINQUE - Aggiornando il conteggio, con questo pareggio sono cinque le partite in cui l'Inter ha gettato al vento ottime opportunità per far bottino pieno e invece si è fatta fermare dagli avversari (tralasciando il pari con la Juve): Cagliari, Torino, Atalanta, Bologna e Sampdoria appunto.

SEI – I minuti che bisogna attendere prima di vedere l'Inter negli ultimi 16 metri della Sampdoria, quando Guarin la mette in mezzo senza trovare un compagno. Manifesto di un avvio stentato e quasi intimidito da parte dei nerazzurri, merito anche di una buona Samp. Poi la musica cambia, prima di tornare la stessa per quasi tutto il secondo tempo.

SETTE – La differenza tra le conclusioni in porta ieri a San Siro. La Sampdoria tira ben 13 volte e all'ultima conclusione trova la rete. L'Inter conclude verso Da Costa solo 6 volte e già al primo tentativo fa centro. Merito ai blucerchiati, che non hanno mai smesso di crederci. Demerito dei nerazzurri, che si sono seduti troppo presto. Sette anche il voto che ci sentiamo di dare all'iniziativa voluta da Thohir per richiamare a San Siro tutte le vecchie glorie: per il futuro magari potrebbero solo essere coinvolti in maniera più attiva.

OTTO - I mesi di assenza dallo schieramento dei titolati di Javier Zanetti dopo il brutto infortunio dell'aprile scorso. Il capitano sognava di giocare almeno un'altra partita davanti al suo pubblico: non solo ne ha giocate già due (ieri la prima dal primo minuto), ma è praticamente già parte integrante di questa rosa. Sempre più recordman.

NOVE - Per Kovacic la nona partita su 14 giornate di campionato in cui parte dalla panchina, in otto occasioni è entrato poi durante la gara, una volta è rimasto seduto in panca (a Udine). Cinque sole presenze da titolare. Viene da chiedersi come mai un così scarso utilizzo per quello che l'anno scorso è stato uno dei giocatori più continui e propositivi.

DIECI – I minuti che l'arbitro attende prima di sventolare un cartellino giallo davanti al muso di un interista. Vittima della sanzione, Alvarez per un non ben precisato motivo (fallo di mano o protesta?). Un gran bel passo avanti rispetto ai 90 secondi impiegati da Banti a Bologna (su Taider), ma l'ennesima conferma dell'atteggiamento intransigente dei fischietti quando vedono nerazzurro. Dieci sono anche i punti che ora separano l'Inter dalla capolista Juve.

Sezione: Da Zero a Dieci / Data: Lun 02 dicembre 2013 alle 00:30
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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