L'Inter pareggia all'Olimpico contro la Roma, un 1-1 che nasce da un rigore segnato da Totti e un gol di Palacio. Analizziamo la gara... da Zero a Dieci.

ZERO all'interpretazione di Orsato sul calcio di rigore. Ranocchia è a terra in anticipo, Bradley gli va addosso e lo colpisce, spunta un fantasioso rigore. Non chiamatelo vittimismo, è un penalty inesistente. Sottolineamo ancora i nuovi mostri, ovvero gli arbitri di porta: inutili.

UNO è il punto in trasferta dell'Inter, da Torino a oggi. E finalmente. Dopo una sequenza di sconfitte che toccava il limite dell'inquietante, contro una Roma che va a fiammate l'Inter sa rispondere. Non era facile. Un punto che non andava lasciato all'Olimpico.

DUE sono i rinforzi che servono all'Inter. E anche la gara dell'Olimpico lo dimostra: Nagatomo fatica da esterno destro, serve un laterale puro di quel ruolo; e poi, il benedetto regista o costruttore di gioco che sia. Con i soldi di Sneijder, un obbligo e non più una necessità.

TRE gol consecutivi per Rodrigo Palacio. Finalmente è tornato il vero Trenza dopo un minimo appannamento tra fine dello scorso anno e inizio del nuovo: punisce i giallorossi come un killer spietato, si scatena dopo aver condannato Pescara e Bologna. Indispensabile.

QUATTRO sono i punti che tengono ancora l'Inter lontana dalla zona Champions. Lazio e Napoli sono avanti, senza guardare oltre perché è proibito. Servirà tantissima pazienza, un tira e molla letale. Ma il punto di Roma in quest'ottica è prezioso.

CINQUE ai due esterni. Nagatomo e Pereira faticano contro una Roma che fa delle propulsioni sulle fasce la propria forza, non era facile e cambiando l'assetto nella ripresa la solidità aumenta. Leggermente meglio l'uruguaiano del giapponese, ma si può e si deve fare di più.

SEI partite senza i gol di Milito. Perché da quell'Inter-Napoli, il Principe o non segna o sta fuori. Decisamente troppo, siamo quasi a quota due mesi. I suoi gol servono come il pane a questa Inter, lui è il termometro della squadra. Stramaccioni prega in ogni lingua che il dolore al ginocchio sparisca...

SETTE all'interpretazione tattica di Stramaccioni. Non nascondiamoci dietro un dito, quest'Inter arrivava all'Olimpico in emergenza clamorosa contro una Roma che sa anche dilagare quando vuole. Ma Strama studia un attacco a due che crea grattacapi a Zeman e fa ancora una volta di Guarin il grimaldello giusto per sfondare la retroguardia avversaria. Manca solo la zampata da tre punti...

OTTO ai miracoli di Samir Handanovic. Se parasse anche il rigore sarebbe bionico, in realtà è umano. Ma diciamo un umano speciale, perché toglie almeno tre palloni dalla porta con interventi da campione vero. Una garanzia di cui non si può fare a meno.

NOVE al coraggio di Marko Livaja. Diciannove anni, ormai lo conosciamo bene. Eppure, quando ti trovi l'Olimpico che pare infervorato come il Colosseo ai suoi tempi, non è mai facile a quell'età. Giusto il tempo di guardarsi attorno, dieci minuti, poi lo scolaretto timido lanciato da Stramaccioni a sorpresa fa il bulletto che conosciamo: si prende l'attacco, costruisce e inventa, colpisce un palo con una girata bella quanto difficile, poi sfiora l'eurogol. Colpi notevolissimi, personalità da vendere. Applausi: ormai non ci meraviglia più.

DIECI è un numero libero, da oggi. Perché Wesley Sneijder non è più un giocatore dell'Inter. All'intervallo di Roma-Inter arriva l'annuncio ufficiale, finisce una storia d'amore piena di litigi, si chiude una telenovela. E' stato bello finché è durato. Ma adesso è giusto, lecito e sacrosanto pensare al futuro. Con uno Sneijder che passa, ma con l'Inter che resta. Alla caccia del prossimo numero dieci.

Sezione: Da Zero a Dieci / Data: Lun 21 gennaio 2013 alle 01:10
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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