La Nike celebra Wesley Sneijder. Ecco l'articolo della rivista specializzata GQ che spiega il binomio vincente tra il genio di Utrecht e la moda.

"Che fosse un genio in campo, lo si sapeva da tempo. Specie dopo il triplete con l'Inter dello scorso anno, la finale del Mondiale - a sorpresa - con la sua Olanda, e quel Pallone d'oro finito solo all'ultimo nelle mani di Lionel Messi (con più di un mugugno da parte di molti addetti ai lavori). Ma che Wesley Sneijder nutrisse anche una passione per la moda, questo era meno noto. Eppure proprio questo è accaduto: anche se era facile da pronosticare, visto che Nike ha voluto celebrare il campionissimo con una giacca in edizione limitatissima: un solo esemplare, proprio per Sneijder - pensata e realizzata per lui.

Come "tradizione", per la Destroyer, Sneijder l'ha personalizzata inserendoci i simboli che formano la sua carriera e la sua storia personale. A partire da Ondiep, il sobborgo di Utrecht dove Sneijder è cresciuto. Il canarino è il simbolo del suo primo club, a Utrecht. Il X, numero romano per "10", indica due cose: il 2010, l'anno di maggior successo della sua carriera (e l'anno in cui s'è sposato), e il numero di maglia di Sneijder. Il logo della fondazione Stop Child Abuse Foundation si riferisce all'associazione fondata dalla moglie. E sempre alla moglie si riferisce la Y che compare nel retro della giacca, insieme alla W: Y, come Yolante, ma anche come la lettera finale del suo nome e quella di suo figlio, Jessey, e Rodney e Jeffrey, i suoi fratelli. Sempre ai fratelli si riferisce il numero romano III, che è anche un ricordo dei tre titoli vinti con l'Inter nel 2010. Infine la firma, inconfondibile, di Sneijder.

La leggenda della Destroyer, detta anche Varsity Jacket, vuole che chiunque facesse una giacca personalizzata vi indicasse le tappe della sua vita. E che, se non fosse riuscito a tenere fede a quelle tappe, a eguagliarle e superarle, avrebbe dovuto smettere di vestirla. E allora: vestila ancora, Wes".
 

Sezione: Curiosità & Gossip / Data: Lun 28 marzo 2011 alle 21:47 / Fonte: gqitalia.it
Autore: Alessandro Cavasinni
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