Mi è capitato, in questo post-Inter Juventus, di assistere a più commenti che, francamente, non concepisco. Direttamente da Torino, ho potuto leggere di 'Lezioni di stile' da parte dei bianconeri all'Inter, per il comportamento dei tifosi juventini ieri sera a San Siro. Alle volte, però, bisogna anche imparare a stare zitti nella vita, per evitare di costruire un mito su qualcosa che non c'è, anzi. Sentire delle lezioni da parte del popolo bianconero alla nostra tifoseria la trovo una cosa insopportabile, soprattutto perché il pulpito da cui arriva la predica è quello di chi, lo scorso anno, ha bruciato i sediolini del proprio stadio numerose volte. Ma volete pensare al presente, alla notte di ieri? Benissimo, nessun problema. I moralisti bianconeri, che non chiamo così per disprezzo assolutamente, ma soltanto perché così hanno dimostrato di voler apparire, prima dell'inizio della partita hanno lasciato partire più volte petardi che hanno disturbato la quiete all'esterno del 'Meazza'. Questa vi sembra una lezione di stile? A me, sinceramente, no. E poi, la questione troppo poco sottolineata di Samuel Eto'o: ogni qual volta il giocatore camerunense dell'Inter prendeva palla, i tifosi bianconeri si esibivano in versi scimmieschi, palesi 'uuh, uuh' udibili perfettamente anche in televisione, tanto per intenderci, che già mostrarono brillantemente all'epoca di Balotelli, dunque non c'è da meravigliarsi. Ma se questo è stile, scusatemi ma siamo in un altro mondo.

E poi, ci parlano di stile anche quando il presidente Massimo Moratti ha semplicemente avallato il suo pensiero sugli scudetti che la Juventus dovrebbe restituire dopo quanto proferito dall'a.d. Paolillo, per poi specificare più volte che la base del discorso era abbassare i toni in vista della partita. E perché allora, noi non possiamo protestare sul passato anche se molto più lievemente di quanto non fanno i bianconeri? Dov'è lo stile superiore, qui? Iuliano su Ronaldo non si dimentica, e vale quanto ogni telefonata che gli amici juventini enfatizzano troppo spesso. Moratti diceva di abbassare i toni, Agnelli gli ha dato del nervoso: evidentemente, qualcuno da Torino non avrà letto l'Etica nicomachea di Aristotele, dove tra i diversi capitoli si parla di amicizia per l'utile. Già, perché quando l'Inter non disturba la Juventus sull'affare Krasic con un patto da gentiluomini si è tutti amici, poi quando si vogliono interpretare di testa propria delle dichiarazioni, ripetiamo 'pacifiste', da parte del presidente Moratti, allora lì il primo nemico è il numero uno nerazzurro. No, a questi patti io non ci sto.

Ribadisco il concetto: alle volte, è meglio stare zitti. Oppure, sarebbe stato meglio sottolineare, come fatto da qualche quotidiano, il lavoro splendido che Rafa Benitez, Luigi Delneri, Beppe Marotta, Massimo Moratti e tutti i giocatori hanno svolto per far sì che Inter-Juventus sia stata una partita di calcio, e non di calci. Come vedete, qui non diamo lezioni a nessuno, anzi applaudiamo chi come il tecnico o il d.g. bianconero hanno saputo calarsi in questa realtà senza fare facili moralismi: non è questione di bandiere, è questione di dignità. Lo stile, spiace dirlo, è un'altra cosa...

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Lun 04 ottobre 2010 alle 17:50
Autore: Fabrizio Romano
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