Una squadra di stranieri. Non una novità assoluta in casa Inter, ma una tendenza in voga già da anni che nella prossima stagione potrebbe enfatizzarsi ancora di più È questa l’inchiesta fatta dal Corriere dello Sport oggi in edicola. il quotidiano spiega come i già pochi italiani in rosa rischiano di passare in secondo piano e di dover faticare non poco per guadagnarsi un posto da titolare. Specie con gli avventi di Martin Montoya, Ervin Zukanovic, Jeison Murillo e Joao Miranda che rischiano di togliere spazio a Danilo D’Ambrosio e Andrea Ranocchia, ovvero gli azzurri che nella scorsa stagione hanno collezionato maggior minutaggio. Una tendenza che sembra destinata a non essere invertita, almeno non nel breve, e che potrebbe far piovere sulla formazione nerazzurra una dose massiccia di critiche.

“Nella sua storia l’Inter - spiega il quotidiano - ha sempre avuto il dna internazionale e Moratti si è spesso vantato di questo fatto. Con Thohir la regola non è cambiata anche perché i giocatori vengono “misurati” in base al valore e non alla nazionalità. Ciò premesso, per il club di corso Vittorio Emanuele è più facile pescare rinforzi oltre i confini nazionali anche per una questione economica: gli acquisti perfezionati in Italia necessitano di fidejussioni a garanzia dell’operazione, mentre all’estero queste garanzie non sono necessarie.  Ma c’è dell’altro: la tendenza tra i club della Serie A è quella di tenere o di farsi pagare a caro prezzo gli italiani e l’Inter non ha la forza per strappare con un’asta a suon di rialzi per i calciatori di valore di Juventus, Milan, Lazio o Roma”.

Insomma, al discorso storico si aggiunge quello pratico che di fatto obbliga il club nerazzurro a compiere campagne acquisti quasi totalmente esterofile. L’ultima, fin qui, lo è stata: il colombiano Murillo era già stato prenotato a gennaio dal Granada dei Pozzo, il francese Kondogbia è il fiore all’occhiello, ma della stessa nazionalità dell’ex Monaco sono anche Biabiany e Imbula. Zukanovic, pur non avendo ancora firmato per una differenza minima tra domanda e offerta da limare con il Chievo, è bosniaco, Montoya, campione d’Europa con il Barcellona, è spagnolo, mentre Miranda, preso dall’Atletico Madrid per dare spessore alla difesa, è brasiliano.  E anche gli obiettivi per l’attacco (Salah, Perisic, Cuadrado e Aubameyang) sono tutti stranieri. 

Il Cies di Neuchatel, l’Osservatorio del Calcio, nel 2014 ha certificato che l'Inter è la società più straniera d'Europa fra quelle che prendono parte ai principali 31 campionati. La percentuale è pari all'88,9%. Visto l’andamento della campagna acquisti e le probabili scelte di Mancini, la percentuale è destinata a salire ulteriormente nella prossima stagione. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 28 giugno 2015 alle 08:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print