Ovvio che in casa Inter tenga banco la trasferta delicata di Barcellona, dove domani sera i nerazzurri cercheranno di ridurre le possibilità di qualificazione dei campioni d'Europa in carica e di aumentare notevolmente le proprie. Ma dopo questa 13esima giornata di campionato è inevitabile fare un salto ai prossimi giorni, quelli che rischiano di condizionare Juventus-Inter di sabato 5 dicembre. La partita che potrebbe dare una svolta alla corsa allo scudetto in questo momento è infatti sub iudice ambo i fronti. Da una parte, il caso Maicon, al centro di una possibile squalifica dovuta, a quanto pare, a un'incomprensione tra il brasiliano e il segnalinee Ayroldi, che ha convinto Rosetti a espellerlo nel finale di Bologna-Inter. La tesi dei nerazzurri è proprio quella del misunderstanding, Maicon avrebbe semplicemente risposto al giudice di linea un 'vai tu', quando questi lo aveva esortato ad allontanarsi. Parole che Ayroldi avrebbe frainteso con un 'fuck you' e che le immagini non riescono a chiarire bene. Purtroppo ciò che fa testo è il referto arbitrale e su questo si baserà la decisione del giudice. Le due giornate di squalifica sembrano un esito probabile, con conseguente assenza del brasiliano a Torino, anche se a Milano contano di far valere la loro tesi.

Questo, sempre che sia proprio Torino a ospitare la partitissima Juventus-Inter. I cori contro Mario Balotelli, nonostante le indicazioni dello speaker, rappresentano un caso di recidività per i tifosi bianconeri, già puniti lo scorso anno dopo lo stesso spettacolo negativo in occasione proprio dell'ultimo Juve-Inter (1-1, a segno proprio SuperMario). Per l'occasione, la squalifica dell'Olimpico fu trasformata di una partita a porte chiuse (Juventus-Atalanta), ma considerato il precedente il giudice sportivo potrebbe avere una mano ancora più pesante, costringendo la società di via Galileo Ferraris a trovare un'altra location per far svolgere l'incontro. Non bastassero le tensioni sul cammino che porta al 5 dicembre, ci si mettono dunque questi due casi giuridici che sono destinati a scatenare ulteriori polemiche. Meglio, dunque, che chi deve decidere lo faccia arrecando lo stesso danno a entrambe le società, onde non alimentare casi da figli e figliastri...

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 23 novembre 2009 alle 10:55
Autore: Fabio Costantino
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