Tuttosport prova ad analizzare le ragioni dello sfogo di Antonio Conte con una riflessione basata sul passato del tecnico, sui suoi metodi di lavoro e lanciando un paragone con un grande ex nerazzurro come José Mourinho. "Un ingaggio da 12 milioni a stagione (10 più 2 di bonus il primo anno) lo mette di fronte a critiche ogni qual volta non arriva un risultato positivo, come se in campo andasse l’allenatore e non i giocatori. Questo al netto del fatto che la sua storia insegna come certi metodi di lavoro danno risultati super soltanto sul breve periodo. Non è un gestore, Antonio Conte, ma un acceleratore di risultati. All’Inter, in campionato, ci è riuscito: 28 punti dopo 11 partite portano a una proiezione di 90, risultato da fantascienza per un club che nella sua storia ha toccato quota 97 con Mancini e che non supera gli 80 dal campionato vinto nel 2010 da José Mourinho".

Di quei il paragone con lo Special One. "A chi bazzica da tempo la Pinetina, l’attacco frontale alla società ricorda i mal di pancia di Mourinho nei giorni della cessione di Ibrahimovic. Con Moratti era sceso il gelo perché per il portoghese Ibra era centro di gravità del gioco. Poi è arrivato Samuel Eto’o («Con te vinceremo la Champions», l’sms mandato dallo Speciale al Re Leone prima del suo arrivo) ma alla rosa mancava ancora qualcosa e Mourinho, per agevolare l’arrivo di Wesley Sneijder, era ripartito alla carica". Guardando al futuro, "Conte proverà a fare corsa di testa in campionato già da quest’anno, ma vuole assicurarsi di avere una squadra da scudetto entro il prossimo. Per costruirla, non c’è tempo da perdere considerato che mancano appena due sessioni di mercato, quella di gennaio e quello estivo".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 07 novembre 2019 alle 09:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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