Luigi Garlando analizza i pareggi di Juventus e Inter, sottolineandone le differenze: da una parte si parla del turnover che destabilizza, dall'altra - al contrario - della 'coperta corta'. "Due pareggi che non si assomigliano: mal di pancia da indigestione per la Juve, da fame per l'Inter - si legge -. Sarri ha sofferto il turnover, Conte l’impossibilità di farlo. La Juve nel primo tempo ha costruito in quantità industriale, poteva dilagare. Così padrona e tecnicamente superiore da convincersi che i gol sarebbero arrivati comunque. Sentimento che ha indotto una tenerezza al tiro che CR7 non conosce e non avrebbe permesso, perché è feroce e pretende ferocia. Ma Cristiano non può giocarle tutte e Sarri ha il dovere di tenere viva una rosa folta di soli titolari. Sarri ha spiegato che CR7 ha accusato «stanchezza mentale». Nella stanchezza rientrava forse anche il viaggio in Salento. In panca avrebbe fatto comodo. La Juve è passata comunque con il solito Dybala, ma, prima e dopo il pari del Lecce. non è riuscita a imporsi il cinismo di cui è maestra. Nella ricerca di bellezza forse si è persa cattiveria. La Juve è in fase di muta. Sarri urla due parole più delle altre: «Veloci!» e «Avanti!». Anche ieri la circolazione è stata lenta e il pressing a sprazzi. De Ligt ha provocato un altro rigore. Non è solamente sfortuna. Nell’animo del ragazzo c’è ancora qualcosa di malfermo. All’Ajax avrebbe inzuccato in gol l’occasione sprecata ieri Crescerà, ma per ora frena più che spingere. Se Brozovic avverte «stanchezza mentale» deve farsela passare e pedalare. Non è un caso che abbia sbagliato lui sui due gol del Parma. L’infortunio di Sensi gli ha imposto una mole fantozziana di pratiche da sbrigare, La panchina aiuta poco. È qui che la Juve è inattaccabile, come ha dimostrato lo scontro diretto. Per contrappasso dantesco, l’Inter, che non ha fatto arrivare chi serviva, è stata punita da uno partito (Karamoh, gol e assist). Le difficoltà dell’Inter di ieri si leggono tutte nella stanchezza di coppa. La battaglia con il Borussia è stata durissima, nei muscoli e nei nervi, e troppo vicina al Parma. Meno brillante anche l’esplosivo Lautaro di questi tempi. Vero che l’Inter è cresciuta nella ripresa, ma è stata soprattutto una frustata dell’anima contiana. Facile che l’Inter paghi ancora la coperta corta, meno facile che la Juve sprechi come a Lecce. Per questa differenza di eserciti, non vanno sottovalutati quei 3 minuti in vetta: era dall’anno del Triplete, 2009-10, che l’Inter non stava lassù alla 9a giornata. Nel torneo scorso era a -6, nel 2016-17 a -10. Conte ha già posto solide basi per il futuro. Ora aspetta dalla proprietà ciò che manca. Perché neanche lui è arrivato per vincere tra dieci anni".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 27 ottobre 2019 alle 10:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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