"Dobbiamo imparare qualche volta ad ascoltare in silenzio e capire fino in fondo. Se mi chiedi quando vorresti tornare in campo risponderei 'ieri', non domani, vorrebbe dire che il Paese sta meglio. Però la salute va messa al primo posto". Lo dice Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, nell'intervento a Radio24 durante 'Tutti Convocati' dopo le recenti parole dell'epidemiologo Gianni Rezza. "La stima delle perdite è un lavoro fatto con Price, abbiamo fatto un lavoro conservativo e siamo stati l'unica Lega che ha proiettato il suo lavoro sul campionato 20-21 dove si prospetta una situazione pesantissima. Noi in Lega Pro viviamo soprattutto con botteghini e sponsor, pensate cosa significa per noi questo stop, siamo fermi dal 21 febbraio. Abbiamo da applicare un protocollo sanitario in tutte le categorie del calcio. Il virus non fa distinzione. Abbiamo un problema relativo a più 'Italie', a seconda del territorio e dei modelli sanitari. Dobbiamo spostare per avere condizioni più favorevoli di contesto, immaginiamo nei Dilettanti cosa potrebbe voler dire. Non sono molti i calciatori ammalati in C, ci siamo fermati subito. La Pianese è stata la prima, poi la Reggiana. Parliamo di 4-5 casi. La Pianese ci ha consentito di lavorare su un protocollo poi usato dalle altre società e abbiamo limitato i casi". 

"Dobbiamo essere un po' aperti, non ci troveremo nello scenario nuovo come siamo entrati. Presenteremo piano strategico il 4 maggio in assemblea. Discontinuità e coraggio le parole chiave. Dobbiamo chiudere la stagione e la cultura dei fallimenti - conclude Ghirelli -. Una riflessione sul campionato e sul format dobbiamo farla, siamo un grande impianto sociale al limite del non profit, abbiamo tolto giovani dalle strade, questa caratteristica deve restare in Lega Pro".

Sezione: News / Data: Sab 25 aprile 2020 alle 13:42
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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