Gentili lettori,
dopo le prime giornate di campionato è mia intenzione tornare ad illustrare un argomento che, nei prossimi mesi, diverrà oggetto di discussioni accese ovvero il famigerato e tanto sbandierato Fair Play Finanziario poiché Michael Platini, Presidente Uefa, ha già sottolineato che non intende fare sconti ad alcuno. Tantomeno alle società Italiane.
È chiaro ed evidente che l'introduzione, a partire dalla stagione sportiva 2013- 2014, di queste regole muterà gli scenari non solo del calcio mercato ma anche della gestione della società sportiva professionistica che, per forza di cose, dovrà esser affidata a managers esperti nella gestione societaria.
La situazione economica globale è, infatti, lentamente cambiata negli anni scorsi ma le società calcistiche, nonostante ciò, non sono state in grado di adattarsi alle nuove dinamiche di mercato e sono state letteralmente travolte dal mutato quadro economico improntato su una maggior competitività.
Anche le regole dell'economia sportiva sono decisamente mutate dato che lo sport, oltre ad avere un impatto sociale, incide nell'economia di ogni singolo paese dato che le società di calcio sono divenute entità rilevanti sia per il fisco che per intere categorie di lavoratori ( es. i calciatori).
Per questo si sono rese necessarie nuove regole per tutelare tutti i soggetti che intrattengono rapporti economici e commerciali con i team che, da qualche anno a questa parte, si trovano sempre più spesso a rincorrere i propri debiti.
Ricordo che, dalla stagione 2013-2014, le società non solo dovranno guadagnare sul campo la qualificazione alle Coppe Europee ma saranno anche obbligate ad iniziare un percorso di risanamento finanziario che dovrà portare le medesime ad operare sulla base dei ricavi derivanti dalla gestione aziendale del club. Questa sarà "condicio sine qua non" per partecipare alle competizioni Europee.
È chiaro che il passaggio sarà graduale poiché la Uefa comincerà con analizzare i bilanci delle società relativi agli esercizi 2012 e 2013 il cui risultato complessivo non dovrà evidenziare perdite superiori ai 45 mln di euro, salvo uno scarto definito "deviazione accettabile" di 5 mln di euro che dovrà servire da cuscinetto per attenuare la rigidità del sistema. ( es. se nel 2012 la società X avrà un perdita di 70 mln e nel 2013 un utile di 30 verrà eseguito il seguente calcolo: -70+30= -40, parametro rispettato).
Nella stagione 2014-2015, invece, verranno esaminati i bilanci relativi alle gestioni 2012- 2013- 2014 ed, anche in questo caso, il risultato aggregato dei vari esercizi non dovrà palesare un deficit complessivo superiore ai 45 mln di euro, salvo sempre la "deviazione accettabile" di 5 mln di euro di cui si è detto in precedenza ( esempio 1: -70+40- 10= -40, parametro rispettato. Esempio 2: -70+40-20 = -50 che dovrà esser considerato come segue: -45 ( di perdita) - 5 di "deviazione accettabile", risultato complessivo - 50 mln, parametro rispettato).
A partire, invece, dalla stagione 2015-2016, nel corso della quale i bilanci esaminati riguarderanno gli esercizi 2013-2014-2015, si dovrà invece contenere il disavanzo entro i 30 mln di euro, salvo sempre la "deviazione accettabile" di 5 mln di euro (es. +40-30-40= -30 parametro rispettato).
Appare evidente come questo graduale percorso dovrà portare, dalla stagione 2017-2018, a rispettare la cosiddetta regola del "breck -even", vale a dire quell'equilibrio di bilancio nel quale i costi vengono pareggiati dai ricavi.
La gestione futura della società sportiva, pertanto, dovrà cambierà radicalmente anche perché non tutti i costi e non tutte le entrate verranno considerate "virtuose" secondo la disciplina del FPF che, nell'immediato, premierà le squadre che saranno in grado di incrementare le entrate derivanti da ricavi per biglietti, abbonamenti, diritti televisivi, sponsorizzazioni, pubblicità e attività commerciali che, ovviamente, possono esser valorizzate ove la società sportiva sia proprietaria dell'impianto di gioco ove poter "allargare" il proprio buisiness.
A questo punto risulta fin troppo facile sottolineare come il sistema calcio italiano, invece, sia ancorato ad un modello di gestione ormai superato ove gli stadi sono fatiscenti ed insicuri e si sta aspettando una legge per compiere quello che la Juventus, invece, grazie anche agli sponsors, ha già anticipando notevolmente i tempi rispetto ad altri.
Non stupiamoci, pertanto, se anche nei prossimi anni l'Europa sarà dominata da società Inglesi e Spagnole.

Sezione: News / Data: Lun 03 ottobre 2011 alle 09:32 / Fonte: Cesare Di Cintio per TMW
Autore: Redazione FcInterNews
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