E adesso cosa succederà? Difficile prevedere le reazioni di un presidente rimasto di sasso per 94 minuti in tribuna a guardare la sua squadra crollare sotto i colpi del non certo temibile Novara. Facile ipotizzare che a mente calda il numero uno interista abbia intenzione di prendere una decisione drastica, alla luce del misero punto racimolato in tre giornate di campionato da Gasperini. Ma se proprio volesse risolvere il problema, Moratti dovrebbe licenziare anche alcuni dei giocatori che non hanno affatto aiutato il loro allenatore. Il 3-1 rimediato al Piola sa quasi di sentenza nei confronti di un tecnico che solo il giorno prima ammetteva di vedere una squadra, la sua, in crescita. Chissà se ne è ancora convinto…
ERBA DI CASA ALTRUI – Non vuole essere una scusante, ci mancherebbe, ma è evidente come il campo in erba sintetica sia tutt’altro che amichevole con i nerazzurri, che proprio non riescono a intuire il rimbalzo del pallone, più da rugby che da calcio in certe occasioni. Se poi, dopo il test della mattina, il campo viene bagnato, ecco che la frittata è completa e a godersela sono i padroni di casa, meno dotati tecnicamente e più abituati a rimbalzi sintetici piuttosto che naturali. Un vantaggio non da poco, senza ombra di dubbio. Ma, è giusto ribadirlo, non è una giustificazione per i calciatori nerazzurri.
INTER CAMPUS – Osservando i primi 45 minuti dell’Inter, la reazione è una: incredulità. Doveva essere la partita della risalita, invece davanti al pubblico del Piola a giocare un calcio decente è solo la squadra di Tesser. Basti pensare all’azione del primo minuti, emblematica: retropassaggio suicida di Chivu che costringe Julio Cesar a opporre l’occhio destro al sinistro ravvicinato di Meggiorini. Occhio semichiuso per il portiere ma 0-0 salvato. Fortuna per il romeno che sul corner successivo abbia l’occasione di riscattarsi salvando sulla linea un pallone velenoso. Complessivamente, valutando le fesserie difensive, i pasticci in attacco e reparti del tutto distanti tra loro, sembra di assistere a una squadra di ragazzini alle prime armi, come quelli che popolano Inter Campus. Peccato che si tratti invece dei loro beniamini…
MAZZATA MEGGIORINI - Oltre a una retroguardia apparentemente improvvisata, in cui si salva il solo Ranocchia, a demoralizzare è il gioco dal centrocampo in su. Il 3-4-3 proposto da Gasperini non produce nulla, i giocatori faticano persino a mettere insieme tre passaggi di seguito. Non ci fosse il volenteroso ma impreciso Sneijder, il pallone stazionerebbe solo nella metà campo nerazzurra. Pochi tiri dalla distanza e nulla più per la formazione ospite, che invece stende un tappeto rosso, per la terza volta, all’ex Meggiorini, bravo a fulminare Julio Cesar con un diagonale forte e preciso (38’). E il guaio è che lo svantaggio è meritato. Forlan gioca da ala più che da attaccante, Milito non riesce neanche a guardare in faccia Ujkani e Castaignos sembra un pesciolino impaurito fuor d’acqua: è tutto qui il tridente dell’Inter nei primi 45’, fino a quando Gasp non si ricorda di avere a disposizione Pazzini (fuori l’uruguagio, impalpabile).
VORREI MA NON RIESCO - Fallito il 3-4-3, il tecnico dell’Inter presenta nella ripresa un 3-4-1-2, inserendo il Pazzo e Obi e lasciando in panchina i due attaccanti esterni. Il reparto, dunque, si appesantisce con Milito-Pazzini a sperare di ricevere palloni decenti. Speranza vana, perché i due restano abbandonati al loro destino e l’Inter rischia addirittura di capitolare una seconda volta su un contropiede di Mazzarani sventato da Julio Cesar. Gasperini non sembra capirci molto e dopo una ventina di minuti rinuncia a Sneijder e torna, con Zarate, al 3-4-3. Si trattasse solo di una questione tattica, alle difficoltà si potrebbe porre rimedio, ma sul campo la differenza sostanziale è una: il Novara è una squadra, l’Inter una vagonata di ‘vorrei ma non riesco’, ai limiti dell’imbarazzante.
PAZZINI SPRECONE - Paradossalmente, è la squadra di Tesser a creare più opportunità insidiose da gol, agendo in contropiede e palesando una condizione fisica distante anni luce da quella degli avversari. Fosse solo un problema di uomini o di schieramento, basterebbe cambiare. Ma nessuno, proprio nessuno tra i nerazzurri appare in una condizione atletica sufficiente per avere la meglio su qualsivoglia avversario. Ci si mette poi l’imprecisione di Pazzini, che quando il Novara commette un errore di posizionamento difensivo attira gli improperi del tifo interista mandando fuori da ottima posizione.
LA CHIUDE BERGONZI - A completare la serata da incubo dell’Inter pensa poi Bergonzi, giusto per non farsi mancare nulla: concede un rigore ai piemontesi per fallo di Ranocchia (trasforma Rigoni) su Morimoto ed espelle il difensore. Peccato che i due si trattengano allo stesso modo e, da regolamento, è chi difende che dovrebbe essere tutelato. Nel finale le reti di Cambiasso e Rigoni, con l’Inter in inferiorità numerica, fissano il punteggio sul 3-1, vittoria esagerata per il Novara ma tutto sommato meritata per quanto (non) ha fatto l’Inter, la peggiore degli ultimi tempi in assoluto.
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