L'abbiamo visto andare via pochi secondi prima che l'arbitro Stark fischiasse la fine della partita. Un modo per lasciare la ribalta ai suoi ragazzi, capaci di compiere una grandissima impresa ieri sera, ma anche per non ferire i sentimenti dei suoi ex tifosi che tanto lo hanno acclamato ieri a Stamford Bridge. I fan del Chelsea sono rimasti nel cuore di José Mourinho, al punto che l'unico cruccio di questa serata perfetta per lo Special One è legata proprio ai supporters dei Blues: "Era difficile venire qui per me come un nemico, nella mia casa, qui a Chelsea. Ieri qualcuno mi ha chiesto se sarei stato sempre special se avessi perso qui. Oggi non sono special per i fan del Chelsea che ora non mi perdoneranno mai", ha dichiarato Mourinho. Che però, messa da parte la soddisfazione per il risultato, svela un'altra punta di amarezza: "Non credo che l'atteggiamento dell'Italia nei miei confronti cambierà. Anzi, non cambierà niente". I complimenti più grandi, comunque, vanno riservati a tutta la società: "Non è solo la mia vittoria, né è la vittoria della mia vita: non è questo il successo che voglio ricordare nella mia carriera, spero ce ne saranno altri. Piuttosto è la vittoria dell'Inter, in tutte le sue componenti. Dei giocatori, quelli che c'erano e quelli che sono rimasti a casa. Dello staff medico. Del presidente e dei dirigenti. Dei tifosi che ci hanno seguito fin qui, di quelli che hanno sofferto davanti alla tv". E' stata una vittoria del gruppo ed è stata molto importante per me come allenatore, ma non la più difficile. Quella sarà in futuro. Sono contento per come ha giocato la squadra".

Un pensiero anche al suo ex presidente Roman Abramovic: "Roman è una persona molto intelligente e, proprio per questo, non è la stessa persona oggi come lo era anni fa. Pensava che vincere la Champions League fosse facile quando è arrivato nel calcio. E’ difficile. Lo sa ora. Sa ora come leggere una partita, capire il gioco ed analizzarlo e sa che la squadra ha perso contro quella che meritava di vincere. E’ un uomo di fair play". Infine, inevitabilmente, si parla di Mario Balotelli, il grande escluso. In questo senso, le parole di Mourinho sono chiare come non mai: "Sappiate che per un allenatore la cosa più importante è avere la squadra al proprio fianco. Se hai i giocatori con te, puoi andare sui campi di tutto il mondo senza problemi. Se invece non li hai al tuo fianco, puoi anche andartene a casa perché non combinerai niente di buono. Ebbene, i giocatori dell'Inter sono con me, con tutta l'anima. Sanno perché ho preso una certa decisione e la condividono. All'Inter il gruppo è unito, e non c'è bisogno di cambiare atteggiamento solo perché c'è qualcuno che non si trova bene con noi. Chi è in questa situazione è obbligato a cambiare atteggiamento, e a cambiare strada. Perché la strada è tracciata e non è il gruppo a dover cambiare direzione, semmai deve cambiarla chi è fuori dal tracciato".

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 17 marzo 2010 alle 15:36 / Fonte: Calcio News 24 - Repubblica.it
Autore: Christian Liotta
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