Accantonata la partita di Napoli e le polemiche ad essa successive, l’Inter adesso può voltare pagina e pensare nell’ordine alla gara con il Carpi che deve sancire definitivamente l’uscita dalla crisi, sempiterna e duratura, dei nerazzurri e poi all’andata della semifinale contro la Juventus in un duello altrettanto sempiterno e duraturo. Il tutto, però, sarà accompagnato dalle voci di mercato che fanno da sottofondo ad ogni giornata e lo saranno fino alle 23 del primo di febbraio. 

Se si parla di mercato non si può non fare riferimento all’affaire Guarin che si sta tramutando in una delle situazioni più contorte delle ultime sessioni interiste e che, carte alla mano, rischia di bloccare ancora il mercato in entrata. Proprio su questo serve un focus in cui analizzare come da un anno all’altro le vicende cambino clamorosamente: in questo periodo i nerazzurri nel 2015 avevano già ufficializzato gli innesti di Podolski e Shaqiri e in data 26 gennaio avrebbero ufficializzato l’arrivo di Brozovic. Insomma, 365 albe fa, giorno più o giorno meno, l’Inter aveva già piazzato i primi tre colpi e si accingeva a chiudere il quarto (Santon), mentre quest’anno per il momento tutto tace. Immobilismo della dirigenza nerazzurra dovuta ad incapacità? No, la risposta è ben diversa. Quest’anno l’Inter può permettersi di aspettare e valutare al meglio quello che il mercato offre perché la base da cui partire è molto buona, come dimostra la classifica. Non serve spendere smodatamente per dare dei segnali all’ambiente, ma ci si può permettere di controllare tutto come un ciclista in ottime condizioni sulle salite più dure per poi sferrare, se necessario, l’attacco decisivo per staccare gli avversari. L’Inter si sente in ottime condizioni e non vede il motivo di forzare i tempi e soprattutto le casse della società, ancora in fase di riassestamento. Prima bisogna cedere per poi comprare, è questo il mantra che accompagna ogni mercato nerazzurro e anche questa volta non vengono disattese queste premesse. 

In uscita, in maniera pressoché definitiva, ci sono Ranocchia e Guarin: il primo aspetta ormai l’ufficialità (lunedì può essere il giorno giusto) mentre il secondo ha frenato le trattative con gli intermediari del Jiangsu nell’attesa di capire quanto questi facciano sul serio e nell’attesa di un qualche club europeo che possa farsi avanti più concretamente di quanto non abbiano fatto i cinesi, con la consapevolezza però che nel momento in cui alle parole sin qui dette si aggiungessero i fatti la trattativa riprenderebbe velocità. Sistemate queste situazioni ci si deve dedicare alle entrate e qui va il secondo focus: è davvero Soriano il giocatore che serve a questa squadra in mezzo al campo? Facciamo chiarezza: le qualità del centrocampista doriano non si discutono, è sicuramente uno dei prospetti migliori che offre il calcio italiano, ma potrebbe non essere l’identikit del giocatore adatto a questa mediana. È indubbio che all’Inter servano prima dei piedi buoni in mezzo al campo rispetto ad altri polmoni e dunque nulla esclude che gli Ausilio & Co. stiano prendendo tempo per valutare altre opzioni, posto che il centrocampista piace tanto e che i profili vagliati che abbiano piedi buoni costano troppo attualmente. Ma nulla vieta di pensare che dopo l’uscita di Guarin possa cambiare qualcosa. Certamente l’ingresso di Soriano al posto di Guarin garantirebbe, oltre all’arrivo di un ottimo giocatore, anche uno sgravio sostanziale a livello di ingaggio, ma non è tatticamente la soluzione che può dare nuove idee a Mancini.

Al momento all’Inter serve trovare nuovamente la quadratura del cerchio prima di buttarsi a capofitto nel mercato, con la consapevolezza che non bisogna più rafforzare a prescindere perché la squadra lo necessita, ma perché si vuole puntellare per consentirle di restare là in alto alla classifica. Il primo passo è la gara con il Carpi di domani che può dare nuova forza ad una squadra che, prima di rinforzi sul mercato ad ogni costo, ha bisogno di certezze e sicurezze sul campo. Perché questa Inter è cambiata e non è più quella dell’anno scorso. Altrimenti è meglio stare e così e proseguire su questa strada, consapevoli che, però, servirà ancora di più di quanto sin qui dimostrato. L’ultima settimana di mercato si avvicina e l’Inter adesso deve capire se sarà il ciclista pronto a sferrare l’attacco decisivo oppure sarà quello che alla prima accelerazione saluterà le ruote del gruppo.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 gennaio 2016 alle 00:00
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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