Le ultime due partite dell'Inter sono state caratterizzate da una lietissima nota: zero gol subiti. Un prodigio, considerando l’andamento quasi dilettantistico della nostra retroguardia prima della trasferta di Lille. Un cambio di rotta difficile da capire, che ha tramutato una delle difese meno perforabili al mondo in un autentico acquitrino dove chiunque riusciva a tuffarsi a proprio piacimento. Anche durante la gestione Leonardo abbiamo imparato che il rischio si celava dietro ogni tentativo offensivo avversario, idem con Gasperini. In entrambi i casi si è sparato a zero contro i singoli giocatori, definendo i vari Julio Cesar, Lucio, Samuel, Ranocchia e Cordoba non più all’altezza del compito a loro richiesto.
In realtà, la maggior parte delle responsabilità va attribuita allo stile di gioco, o troppo offensivo (vedi Leonardo) o poco comprensibile (vedi Gasperini) per questo reparto. Inevitabile che i numeri crocifiggano i responsabili della difesa, ma non per questo gli stessi meritano di essere accantonati. Certo, l’età non gioca a favore di tutti (solo Ranocchia può ragionare nel lungo termine), ma l’esperienza è una dote a cui dietro non si può rinunciare. I sopra citati sono signori difensori (e portiere), abbiamo un pacchetto arretrato di lusso che poche altre squadre possono vantare. Se da noi s'infortuna uno come Samuel, c’è pronto Ranocchia. E se l’infermeria accoglie più di un difensore (come purtroppo accaduto spesso), abbiamo pronta un’alternativa che in pochi hanno preso in considerazione: Cristian Chivu.
Alzi la mano chi non ha inveito almeno una volta nella vita contro il romeno, causa prestazioni non certo all’altezza della sua fama internazionale. Il tremendo colpo rimediato alla testa a inizio 2010 ha messo in discussione il prosieguo della sua carriera e certamente lo ha limitato a lungo nei movimenti e nella fiducia. Ma a creare più danni probabilmente è stato il persistente impiego sulla fascia sinistra: il fatto che Chivu abbia sempre accettato di sacrificarsi in un ruolo non suo (salvo qualche reazione permalosa, vedi Roma-Inter con Benitez) non significa che apprezzi questa situazione, anzi. Non penso di essere l’unico a sostenere che farlo giocare a sinistra ne limiti la qualità e lo esponga anche a brutte figure contro avversari più veloci di lui.
Certi tifosi vogliono sempre botte piena e moglie ubriaca, quindi si aspettano da lui (come dai compagni) una buona fase difensiva e la spinta necessaria in attacco. Ma questi stessi tifosi dimenticano che Chivu non è un terzino, ma per necessità del gruppo china il capo e obbedisce (Ranieri lo ha capito subito...). Gesto che non tutti i colleghi sono disposti a fare cucendosi la bocca. A Lille e contro il Chievo, sempre per necessità, Cristian è tornato al centro della difesa, la sua zona preferita, e ha sfoderato prestazioni eccellenti, blindando la retroguardia e supportando anche un più disciplinato Lucio. Insieme, hano bloccato le offensive di francesi e clivensi, consentendo all’Inter di ottimizzare i singoli gol messi a segno. Cinismo allo stato puro, quello dei bei tempi.
Lo stesso Ranieri, alla luce di questa apparente quadratura del cerchio, oggi non aspetta più con tanta ansia i ritorni di Samuel e Ranocchia, visto che la loro alternativa funziona benissimo. Peccato che prima o poi tornerà il tempo delle scelte e probabilmente il romeno dovrà riaccomodarsi sulla fascia, suo malgrado. Sempre senza lamentarsi e consapevole del fatto che non potrà dare il meglio di sé. Un professionista serio, dunque, l’ex capitano della nazionale romena, che ultimamente le ha detto addio a 31 anni ancora da compiere (è nato il 26 ottobre del 1980), pur avendo ancora molto da offrirle.
Partendo da questo presupposto, mi chiedo come mai non sia ancora arrivata notizia del rinnovo del suo contratto, in scadenza a giugno 2012. Per voce dell’agente Becali, Chivu aspetterà fino a dicembre prima di ascoltare eventuali offerte (che non tarderanno), poi il regolamento Fifa glielo consentirà. Ma, in tutta franchezza, vorrei inviare un appello al club nerazzurro: facciamola questa telefonata a Becali e convochiamolo in sede per trovare un accordo sul rinnovo. Chivu è un signor giocatore, ha ancora l’età giusta per fare benissimo qualche altra stagione (rispetto ai colleghi Lucio e Samuel, con il primo che ha già ottenuto il rinnovo) e sarebbe un vero peccato perderlo a parametro zero con gli 'avvoltoi' che gli ronzano intorno. Certo, il suo stipendio pesa ma non più di molti altri che la società versa mensilmente ai suoi tesserati. Il bilancio non è tutto, qualche sacrificio bisogna farlo e io voto per la conferma del romeno, che oltretutto è attaccatissimo alla famiglia Inter e vi rimarrebbe a vita.
Se le parti ragionano allo stesso modo, un’intesa si trova sempre, alla fine è il buon senso che deve prevalere. Il mio appello alla dirigenza passa anche dalle parole che ci ha rilasciato l’ex preparatore atletico Luca Trucchi, secondo il quale Cristian è, per tecnica e fisico, il giocatore che lo ha più impressionato nella rosa nerazzurra. Un minimo di credibilità a un professionista che se ne intende, forse, sarebbe il caso di concederla. Pertanto, pur auspicando la prosecuzione della politica di ringiovanimento, non dimenticherei che l’Inter ha bisogno di campioni anche oggi e l’ex Roma ha dimostrato, ancora una volta, di far parte della cerchia. Inoltre, definirlo ‘vecchio’ sarebbe fuori luogo, carta d’identità alla mano. E comunque, l’esperienza e la qualità non hanno prezzo...
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