La linea tra protesta e disamina dei fatti realmente e oggettivamente accaduti è sottile, estremamente sottile. Inevitabile non sottolineare quello che si sta scatenando contro l'Inter in queste ultime settimane dal punto di vista arbitrale. Un flusso inesauribile di torti che il dottor Moratti ha giustamente evidenziato, e che il tecnico Claudio Ranieri non poteva ulteriormente rimarcare dopo la sfuriata (legittima) contro Rocchi per evitare diffide dalla Federazione. "Ci fanno scontare lo scudetto del 2006", ci scrive qualcuno. Chi invece ci viene contro, si limita a ricordare l'episodio di Siena con Maicon che regalò i tre punti all'Inter con un gol in chiarissimo fuorigioco. Se ci fate caso, il 90% dei nostri 'avversari' rimembrano solo quell'episodio, nessun altro negli ultimi anni. Chissà perché. Eppure, il nostro allenatore dell'epoca - a differenza di asini che non potranno mai diventare cavalli di razza (cit.) - si presentò immediatamente dai media per urlare al mondo che l'Inter aveva vinto quella partita grazie a un errore del guardalinee.
Ma non discostiamoci troppo dalla realtà. L'Inter di oggi è una squadra gravemente malata, nessuno vuole nasconderlo: tanti problemi, dal mercato alle gestioni tecniche, dall'età avanzata della rosa fino a qualche stipendio (ormai pochi) estremamente elevato rispetto al valore di chi lo percepisce, condizione atletica precaria e condizione psicologica disastrosa. Insomma, il momento è di quelli difficili. Questo però non significa che bisogna far finta di nulla e chiudere un occhio verso le direzioni arbitrali. Degli errori di chi gestisce l'Inter ne abbiamo parlato, ma quando ci lamentiamo dell'arbitro - il plurale racchiude tutti, dai giornalisti ai tifosi fino al presidente Moratti - è perché questo campionato può essere deciso proprio dagli episodi.
Parliamoci chiaro: questo campionato piacerà a tanti per il suo equilibrio, ma vive di mediocrità. Non c'è una squadra schiacciasassi, non ci sono armate insuperabili, su ogni campo un episodio può cambiare una partita e regalare punti a chi effettivamente non li aveva meritati. Il rigore di Bologna non c'era, il rigore di Novara non c'era, il rigore contro il Napoli non c'era, il rigore contro il Catania non c'era. E tanto, tanto altro, dall'espulsione di Obi fino al mancato rigore con espulsione a Migliaccio di Palermo, e tanti piccoli episodi che è inutile ricordare solo per riempire righe. Non sottolineare tutto questo significa fare la parte dei fessi, e all'Inter nessuno è cieco. Nessuno ci sta ad essere preso per i fondelli. I problemi della squadra sono tanti a prescindere dagli arbitraggi, eppure in questa mediocrità generale con direzioni di gara corrette avremmo avuto diversi punti in più che ci sono stati negati, e che ci avrebbero fatto comodissimo. Mai siamo stati minimamente favoriti o tutelati, sempre sgambettati.
Eppure, c'è chi si è abituato troppo bene (e lo comprendo benissimo): "E' vero, il rigore contro il Catania non c'era, ma l'Inter non ha fatto nulla per reagire nel resto della ripresa. Con Mourinho anche in 10 uomini sbranavamo gli avversari". Verissimo ragazzi, verissimo. Non a caso però l'Inter di Mourinho la racconteremo ai nostri nipoti, ma vengono anche periodi in cui si può diventare una squadra forte che se fosse trattata equamente magari non sfigurerebbe come sta facendo. Tra i tanti fattori di questo periodo nero, quello arbitrale c'è e influisce. E questo non vuol dire piangere, ma vuol dire semplicemente analizzare la realtà. Perché se noi dovremmo stare zitti su questi episodi perché abbiamo anche altri problemi, allora non vedo perché dovrebbe essere lecito che il signor Antonio Conte chieda un arbitraggio che "tuteli chi fa la partita a dispetto di chi fa gioco ostruzionistico" - che è un qualcosa di allucinante e fortunatamente diversi colleghi lo hanno sottolineato - quando il Chievo giustamente si infuria perché Thereau aveva segnato un gol regolarissimo con sua maestà Pirlo volato giù senza motivo per un fallo che solo in Italia potevano fischiargli, o che il signor Walter Mazzarri prima venga fuori da San Siro dicendo di non voler più parlare di arbitri e dicendo che nonostante gli errori la sua squadra aveva meritato, quando poi per un rigore negato contro il Parma ha discusso quasi per l'intera intervista post-gara solo dell'arbitraggio.
Avremo anche noi il diritto di farci sentire quando siamo i più danneggiati in Serie A, o solo perché abbiamo anche altre problematiche dobbiamo prendere le bastonate? Denunciamo quello che accade oggettivamente e che è sotto gli occhi di tutti. Poi, se vogliamo raccontarci che Rocchi e Orsato hanno diretto nel migliore dei modi, continuiamo a bendarci. Ma ricordatevi le parole di Mourinho di oltre un anno e mezzo fa: "Chiedendo di abbassare i toni, avete coperto per anni Calciopoli, il più grande scandalo e la più grande vergogna del calcio italiano". Noi non ci stiamo, a prescindere da qualsiasi discorso. Le nostre problematiche le analizziamo lo stesso, ma i dati oggettivi vanno valutati. Purtroppo, così è (se vi pare).
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