Al suo quarto gettone sulla panchina dell’Inter, Stramaccioni decide di cambiare assetto tattico. Contro una Fiorentina invischiata nella lotta salvezza il tecnico rinuncia al suo 4-3-3 mandando in campo il quartetto d’attacco con Alvarez, Forlan e Zarate alle spalle di Milito. Chiare le intenzioni di aggredire subito gli avversari, ma per poco non sono i viola a portarsi avanti dopo pochi secondi con l’azione che manda al tiro Kharja. L’errore è di Maicon che lascia campo a Lazzari e palesa i limiti in fase difensiva del modulo nerazzurro. Il filtro formato da Poli e Cambiasso è costretto infatti agli straordinari, poco aiutato dagli improbabili rientri di Zarate e Alvarez. Dopo la prima defiance, la squadra prova un po’ a riordinare le idee e continua a sistemarsi con la difesa alta, garantendo una maggiore compattezza fra i reparti. In avanti sono le sgroppate di Maicon a destra che portano i maggiori pericoli alla difesa viola. Il rientro del brasiliano è un’arma importantissima in mano a Stramaccioni che non rinuncia a risparmiarlo dal 1’.

Il brasiliano deve però limitarsi con il trascorrere dei minuti, mentre nell’attacco le idee sono nulle. La Fiorentina si chiude a riccio e contrasta alla perfezione gli sterili tentativi della squadra nerazzurra. Manovra lenta, impreziosita dalle sponde di Milito, ma ciò che manca è l’inventiva dei compagni d’attacco, sempre chiusi dai raddoppi dei toscani. La trama non cambia nella ripresa, neanche quando Stramaccioni si gioca la carta Nagatomo (subentrato al posto dell’infortunato Zanetti) che potrebbe fornire più spinta sulla sinistra. La Fiorentina si difende sempre a cinque, riducendo ogni spazio.

Se da una parte Stramaccioni se la gioca sulle fasce, concedendo ai due terzini di spingersi sempre in avanti, dall’altra, dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa, regala a Sneijder le chiavi della trequarti inserendolo al posto di un impalpabile Forlan. L’olandese prende palla a centrocampo, dialoga con i compagni e cambia il gioco, tuttavia serve altro per costringere la retroguardia della Fiorentina ad aprirsi. Solite disattenzioni dietro con il disastro che per poco non cambia la partita. Per fortuna Julio Cesar rimedia salvando il risultato sul rigore di Ljajic. Nell’ultimo frangente il tecnico è costretto a rattoppare al forfait di Chivu con l’ingresso di Ranocchia, giocandosi così l’ultimo cambio a discapito di Pazzini. Nei minuti finali saltano gli schemi, Maicon continua a macinare campo, salgono Lucio, Cambiasso, ma la partita rimane bloccata su uno 0-0 che condanna forse più la Fiorentina.

Sezione: L'angolo tattico / Data: Dom 22 aprile 2012 alle 16:23 / Fonte: dall'inviato all'Artemio Franchi
Autore: Daniele Alfieri
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