Marco Tardelli ha affrontato attraverso le pagine di Tuttosport un argomento importante come il coronavirus, sottolineando come la categoria dei calciatori non sia stata interpellata. "Perché non siamo stati presi in considerazione. E nessuno si è ribellato. Anche i calciatori vogliono e devono partecipare, hanno il diritto di dire quello che pensano. Nessuno li ha interpellati, ma gli si chiederà di giocare - dice il campione del mondo '82 - Qui si chiudono le scuole, cosa che ritengo giusta, si chiudono gli stadi, soluzione razionale, ma si mandando in campo i giocatori. E alla fine sono gli unici che rischiano. E nessuno ha chiesto loro: avete paura? Cosa pensate di questa situazione? Avete dei suggerimenti?".

Impossibile, secondo Tardelli, mantenersi all'interno delle prescrizioni. "Il calcio è uno sport di contatto, nel calcio si suda, ci si scontra, ci si marca stretti. Insomma, la possibilità di contagio è alta. Poi certo, si tratta di atleti, controllati e in salute, certamente non appartengono alle fasce più a rischio, ma possono avere dei famigliari anziani, possono comunque diffondere il virus fra le loro conoscenze. Le regole negli allenamenti e negli spogliatoi? In campo è impossibile. Pensate solo all’esultanza dopo un gol. Ma anche negli spogliatoi prima o dopo un allenamento c’è allegria e cameratismo che difficilmente sono compatibili con lo stare a un metro di distanza".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 05 marzo 2020 alle 10:56
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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