La Lega Serie A ha già espresso all'unanimità la contrarietà alla cancellazione del Decreto Crescita che tanti vantaggi ha portato al calcio nostrano. Come riferisce la Gazzetta dello Sport, per i club è una corsa contro il tempo nel tentativo di convincere il Governo a tornare sui suoi passi: ci sarebbero conseguenze nefaste come spiegato nel documento dettagliato inviato alla politica.

La Gazzetta sottolinea i dati emersi finora: per la stagione 2023/2024 solo 50 tesserati hanno sfruttato il Decreto Crescita su un totale di 653 calciatori e 1.083 contratti professionistici in Serie A. E sono quattro le principali ragioni per cui l’abolizione sarebbe un "danno ingente per la Serie A": la prima sottolinea come «non consentendo più di offrire salari appetibili per i fuoriclasse, si renderebbero le squadre meno competitive sul mercato internazionale»; la seconda spiega come senza il beneficio fiscale «si otterrebbe l’effetto inverso a quello ipotizzato – ossia favorire i vivai – perché verrebbe imposto alle squadre un maggior costo complessivo per assicurare continuità salariale ai giocatori, ma con diversa aliquota fiscale – pari ad oltre 150 milioni di euro annui»; la terza ragione verte sulla minor competitività delle italiane in Europa «con conseguente riduzione dei ricavi, minor indotto e dunque minor gettito»; la quarta guarda ai social poiché «si ridurrebbe considerevolmente la visibilità globale della Serie A», dato che da soli «i primi 40 calciatori beneficiari (6% dei 653 tesserati totali) valgono oltre il 50% del seguito sui social media di tutti i tesserati in Serie A»

Sezione: Rassegna / Data: Ven 22 dicembre 2023 alle 12:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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