In casa Inter continua a tener banco la delicata situazione legata a Mauro Icardi, per cui permane la possibilità concreta di restare in nerazzurro nonostante la guerra in atto con il club. Dopo i no alle offerte milionarie di Roma, Monaco e Napoli, al momento non i sono squadre intenzionate ad affondare per Maurito. “Marotta, che non prende in considerazione l’ipotesi cessione alla Juve, spera ancora che allungando il contratto al 2022 e prestandolo all’estero il casus belli possa evaporare - si legge -. Ma a soli due giorni dalla fine delle trattative sembra un’impresa titanica, a meno che il PSG (questa è la speranza della dirigenza nerazzurra) non faccia un blitz improvviso. Nel frattempo la causa contro il club, piombata nei computer della sede nerazzurra giovedì sera, va avanti. Entro martedì l’Inter dovrà rispondere alle accuse di Icardi, presentando la sua difesa. Poi si vedrà, con un però da ricordare: in caso di cessione last minute il ricorso di Mauro decadrebbe”.

La rosea spiega: “Nella domanda di arbitrato si ricostruiscono gli ultimi mesi del rapporto Mauro-Inter e si parla di «discriminazione» e «umiliazione quotidiana». Frutto degli allenamenti a parte con i tecnici della Primavera, delle partitelle in cui lui e Joao Mario fanno da sponda, dell’assenza dalle amichevoli, dell’esclusione dalla chat di squadra in cui vengono comunicati gli orari degli allenamenti, del numero 9 tolto «nonostante abbia segnato 124 gol con quella maglia». Si va anche indietro, alla fascia «tolta senza una valida ragione» e all’esclusione dagli «shooting per la presentazione delle nuove maglie». Mauro produce 41 prove, cita i casi di Puggioni del Chievo e Albertazzi del Verona e chiama a testimoniare i compagni. Una serie di punti che non hanno scalfito la posizione dell’Inter, così come era successo dopo la diffida che Icardi aveva fatto arrivare alla società l’11 agosto in cui già si chiedeva il reintegro negli allenamenti”.

Per l’Inter le accuse dell’argentino non hanno fondamento, visto che ad esempio Mauro ha preferito non seguire la squadra nel tour asiatico e a inizio agosto si sarebbe rifiutato di allenarsi coi compagni, rimanendo in palestra da solo senza giustificati motivi. A volte l’argentino non è stato escluso dalla parte tattica: in questo caso, comunque, c’è sempre il diritto dell’allenatore di scegliere chi fa le partitelle. Tutto ampiamente dentro i limiti, così come ribadito ieri anche da Antonio Conte.

Sezione: Rassegna / Data: Dom 01 settembre 2019 alle 08:00
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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