Cresce l'Inter e cresce Mauro Icardi. Un'evoluzione decisa, evidente, non più solo attaccante da ultimi 16 metri insomma. "Prima l’argentino stazionava in area di rigore in attesa dei suggerimenti dei centrocampisti, aspettava il passaggio filtrante o il cross. E, soprattutto, si muoveva poco. Anzi: pochissimo - sottolinea la Gazzetta dello Sport -. Era una punta vecchia maniera, statica, troppo facile da marcare. L’arrivo di Roberto Mancini, uno che di movimenti degli attaccanti se ne intende, ha rappresentato la svolta. Icardi ha cominciato a svariare su tutto il fronte offensivo, lo trovi a destra e a sinistra, viene incontro ai centrocampisti per ricevere il pallone, partecipa alla manovra, apre varchi per i compagni. E, anche se non segna come accaduto ieri a San Siro, risulta utile per lo sviluppo dell’azione. Questo gli chiede Mancini e questo deve fare se intende completare l’evoluzione". Insomma, meriti (tanti) di Mancini, che anche grazie al passaggio al 4-3-1-2 ha messo nelle condizioni migliori il suo bomber. "Mancini dovrà insistere nella lezione e non mollare la presa: Icardi, il nuovo Icardi, può davvero diventare un valore aggiunto. Non ha problemi a giocare con Shaqiri o con Palacio, si adatta facilmente ai compagni. E quando l’azione si sviluppa sulle fasce laterali (21 i cross scodellati in area dagli interisti contro il Celtic), la bravura di Icardi nel gioco aereo si fa sentire. Con i piedi è micidiale per potenza e precisione (sia di destro sia di sinistro), di testa è un incubo per gli avversari, e ora che ha imparato anche a muoversi, a fiondarsi in profondità e, quando è il caso, ad arretrare per sottrarsi alla marcatura, Icardi è entrato nell’era del calcio moderno. Non più una statua in area di rigore, ma un colosso in perenne movimento". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 27 febbraio 2015 alle 13:30 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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