Da Aracaju a Lisbona e ritorno. Pazze storie di mercato, non solo passato ma anche presente e futuro. Non solo meteore ma anche matricole da raccontare, come faremo da questo appuntamento ai prossimi mesi. Dal Brasile al Portogallo dicevamo, perché la storia di Victor Andrade suona proprio così. Con il sottofondo della samba e delle strade di Aracaju, capitale dello stato brasiliano del Sergipe, dove un pallone regala speranze e sogni. Specialmente, il desiderio di giocare a Vila Belmiro con la maglia del Santos, una passione fortissima per il ragazzino prodigio. La storia di Victor nasce proprio così, tra i vicoli di una città e la squadra della scuola, un ragazzino classe 1995 che cresce. E cresce con regolarità, fin quando all’età di 10 anni si decide con la famiglia a iscriversi a una scuola calcio professionale, il Grêmio de Aracaju. Primi passi, giocate da attaccante, fiuto del gol e colpi non comuni: Andrade è uno che ci sa fare. E si vede.
E’ il 2007 quando il Vitoria di Bahia lo chiama per un provino che non va come dovrebbe. Non se lo aspettava nessuno, la famiglia si abbatte. Ma Victor Andrade torna nel Sergipe a maturare, giocando a calcio dalla mattina alla notte “perché è quello che ho sempre voluto”. Fino a quando, un ex giocatore portoghese lo osserva e lo porta in Portogallo. Colpo di scena, ma non è tutto facile come sembra. Perché la famiglia di Victor non può partire per l’Europa, il ragazzino deve partire da solo ma non teme praticamente nulla, pur di realizzare il suo sogno. E’ tempo di test per qualche mese con il Benfica Under 12, Andrade gioca la Copa Aveiro e conquista tutti: secondo miglior goleador e premiato come migliore del torneo in assoluto. Un talento incredibile, un diamante grezzo che nelle mani giuste può diventare prezioso. Lo nota proprio il Santos, la sua squadra del cuore, perché il nome di questo ragazzino inizia a circolare come uno dei brasiliani più promettenti. E allora, via ai contatti con la famiglia per riportare immediatamente Victor in Brasile. Il Benfica vuole trattenerlo, ha una pepita tra le mani, ma il richiamo del Santos e di casa è troppo forte. Anche perché c’è finalmente il club del cuore che è stato di Pelé, ma soprattutto di Robinho. Non proprio uno qualsiasi per Victor: “Un numero uno assoluto, il mio grande idolo”, confessa. E proprio a Robinho lo accostano in patria, movimenti rapidi e buon passo, colpi spettacolari e capacità di fare gol.
Un mix esplosivo per un talento autentico. La missione degli uomini del Santos è studiata nei dettagli, con tanto di visita alla Meninos da Vila, struttura per i giovani della società insieme alla famiglia. Andrade è convinto fa quello che in pochi avrebbero fatto: saluta il Benfica, fa le valigie e torna in Brasile. Il Santos è nel destino, la personalità di un ragazzino che chiude la porta all’Europa dove era arrivato da solo e aveva conquistato tutti. Un po’ saudade e un po’ tifo, la certezza che la grande occasione ritornerà. Eppure, non mancano le difficoltà anche al Santos: “All’inizio è stata dura – racconta Victor -, non era facile ambientarsi alla città e al nuovo club. Ma poi ho conosciuto Robinho e tutto è cambiato”. Era una partita di beneficenza, quando l’emozione e le insicurezze frenavano palesemente le giocate di Andrade. Quando arriva Binho a prenderlo con sé, indicandogli dove giocare e come giocare. Senza paura. Un incontro magico al sapore d’investitura, con l’idolo Robinho che mette Victor su un trampolino di lancio: un crack che conquista premi giovanili a raffica, segna in tutti i modi, mostra un talento devastante.
Esplode prendendosi la fascia di capitano della squadra Sub 17 del Santos nel 2008, comportandosi da bomber di razza con 21 gol in 22 partite, un po’ Robinho e un po’ Neymar. Insomma, Victor diventa una vera e propria stellina nel corso degli anni. Tante reti, giocate che fanno il giro del mondo, offuscate le prestazioni di quel Chera che doveva essere prodigio e diventa solo un comprimario a fianco di quel Victor Andrade che ha rifiutato l’Europa. Lo tentano società inglesi ripetutamente, poi si accostano club italiani (tra cui l'Inter) e spagnoli, il Benfica aumenta il rimpianto e non fa mancare i tentativi di riprenderlo. Ma il Santos nella scorsa estate lo ha blindato una volta per tutte, contratto da professionista e nessuno scippo possibile grazie a una clausola da 50 milioni di euro. “Vale più di Neymar!”, titolano in Brasile. Victor realizza il sogno di giocare a Vila Belmiro, con la maglia del suo Santos, al fianco di Neymar. E magari aspettando Robinho, dalla prossima estate. Adesso è spesso titolare e protagonista, nonostante sia un classe 1995. Si è conquistato le nazionali giovanili brasiliane e osservatori che lo seguono continuamente. Strapparlo al presidente Ribeiro sarà durissima, perché l’erede di Neymar è stato individuato proprio in lui. Dove Pelé è stato leggenda e Neymar sta scrivendo la storia, c’è Andrade. Il bimbo prodigio che ha rifiutato l’Europa e aspetta Robinho, l’idolo che lo ha consacrato. Pazzi intrecci di mercato, il destino segnato di una matricola che sarà grande: Victor Andrade, il meglio deve ancora venire…
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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