C'è già chi ha vinto lo scudetto in Italia e siamo solo alla vigilia della dodicesima giornata di campionato. Si tratta del pubblico dell'Inter. Domenica alle 12.30 il Meazza sarà riempito da più di 70 mila spettatori per Inter-Torino. La scorsa stagione, la stessa gara ne richiamò circa la metà. Il dato è pazzesco, perché siamo in Italia dove da anni, causa stadi obsoleti, partite in pay-tv, caro biglietti, gioco scadente, mancanza di grandi campioni come in passato, scandali vari, la gente è scappata dagli stadi alimentando i dibattiti e le tavole rotonde su una presunta fine dell'amore degli italiani per il gioco più popolare. L'amore per l'Inter invece ha resisitito anche nei momenti più duri e ora, anche se sono passati sei anni dall'ultimo titolo conquistato, la Coppa Italia firmata Leonardo nel 2011, è riesploso in maniera fragorosa.

Il quasi tutto esaurito annunciato già da giorni per Inter-Toro ha scatenato i titolisti dei giornali, ha portato i tifosi di altre squadre a chiedersi, non nascondendo un bel pò di invidia, come sia possibile che domenica all'ora di pranzo San Siro si riempia come se si dovesse giocare un derby. Ci sono piazze in Europa dove gli stadi si riempiono a prescindere. Penso agli impianti inglesi, al Santiago Bernabeu quando gioca il Real Madrid, al Camp Nou quando va in scena il Barcellona. Quel pubblico è fidelizzato, si schiera con la squadra a prescindere. Poi, nello specifico, aiutano le grandi vittorie a non mollare la presa. All'Inter le grandi vittorie sono ancora un piacevole ricordo, ma la gente nerazzurra ha voglia di partecipare attivamente al tentativo di tornare ai vertici, il club sta attuando inoltre le giuste iniziative per attirare i tifosi allo stadio. Certo, le prime undici giornate di campionato hanno inciso.

Nove vittorie e due pareggi, Inter seconda solitaria in classifica a soli due punti dal Napoli capolista. La Juventus è dietro. Il Milan, il celebrato Milan che ha speso 200 milioni nel mercato estivo a -13 e con un derby già perso. Luciano Spalletti osserva dall'alto e se la gode. Gran parte della situazione venutasi a creare è merito del tecnico di Certaldo, in grado di lavorare soprattutto sulla testa di molti giocatori che alla fine della scorsa stagione erano sul banco degli imputati senza possibilità di difesa e che invece adesso fanno la differenza. L'Inter continua a non incantare, è vero, ma sta diventando un blocco unico. Sfruttando la settimana piena causa assenza dall'Europa, Spalletti ne approfitta per schierare la stessa formazione, puntellata da un paio di innesti a fine gara. Succede così da quattro giornate consecutive e così costruisce una identità forte che sa come contrapporsi all'avversario di turno. I limiti sono ancora visibili, a Verona si è rischiato troppo contro una squadra volonterosa, ma palesemente inferiore sul piano tecnico. La partita, dopo il vantaggio firmato dal sempre più prezioso Borja Valero, andava chiusa a doppia mandata già nel primo tempo. E invece, alcune amnesie figlie del passato hanno riportato gli scaligeri in pista grazie al rigore realizzato da Pazzini a inizio ripresa. Il Bentegodi diventava una bolgia, lo spettro di uno scivolone dagli esiti nefasti prendeva corpo, in altri tempi sarebbe arrivato il colpo del ko a favore dei nostri avversari. E invece la Beneamata proprio in quel frangente ha dimostrato che molte cose sono cambiate in meglio, la squadra è tornata a connettersi nel modo giusto, si è rimpossessata del campo ed è tornata in vantaggio con prepotenza, vedere il destro al veleno di Ivan Perisic che ha ristabilito le distanze.

“Non sappiamo cosa faremo in questa stagione, ma dico che gli altri dovranno sudare parecchio se vorranno batterci”, aveva sentenziato Spalletti prima dell'inizio del campionato, dopo la cavalcata vincente nelle prestigiose amichevoli estive. Missione compiuta da questo punto di vista, questa Inter è tosta, a tratti anche bella, ma soprattutto efficace. La differenza la si nota nella conquista delle cosiddette seconde palle. Tutti mettono il piede, raramente si concede all'avversario di menare la danza, Anche a Napoli, contro i partenopei che in virtù del loro spartito prevedono un possesso palla stordente, i nerazzurri riuscivano a sporcare quasi tutte le linee di passaggio della squadra di Sarri, riuscendo così a uscire imbattuti dal San Paolo dove, con un pò di fortuna, si quella fortuna su cui ironizza Spalletti, si poteva anche vincere. Domenica al Meazza vestito a festa, come detto arriva il Toro dell'ex Sinisa Mihajlovic.

I granata e il loro allenatore non stanno vivendo un momento esaltante nonostante il brodino preso con la vittoria in rimonta sul Cagliari. Ma prevedo una gara difficilissima, servirà tanta pazienza per sbloccarla anche se sarà necessario tenere da subito alti i ritmi per indurli a sbagliare. Probabilmente Luciano Spalletti presenterà dal primo minuto la stessa formazione delle ultime quattro uscite, per continuare a recitare lo stesso copione dal titolo: “Vittoria”. A soffiare dietro, il vento dei 70 mila e passa del Meazza. A mezzogiorno e mezzo, per Inter-Torino. Sì, il pubblico nerazzurro ha già vinto lo scudetto.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 04 novembre 2017 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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